“Noi di Europa Verde siamo particolarmente soddisfatti per la virata a 180 gradi fatta dal ministro Sangiuliano a proposito della nuova sede degli archivi forlivesi. Ha sposato il progetto che gli avevamo fatto avere per tramite del direttore generale che lo accompagnava durante la sua visita al Forlì per l’alluvione. In quella circostanza gli facemmo avere due paginette che proponevano il recupero e restauro della Ripa così argomentato” è il commento di Sauro Turroni consigliere Federale Nazionale dei Verdi.
Recentemente il direttore dell’Archivio di Stato di Forlì-Cesena, Gianluca Braschi ha reso noto di aver presentato un progetto corposo e complesso per il ripristino dell’antico monastero con l’ipotesi di farne la sede dell’Archivio di Stato e degli archivi comunali e statali, che potrebbe diventare addirittura un polo archivistico di livello romagnolo. “Il progetto del restauro dell’antico monastero della Ripa, con l’ipotesi di farne la sede non solo dell’attuale Archivio di Stato, ma un vero e proprio collettore degli archivi cittadini, risale al 2012 su proposta del sindaco Roberto Balzani, attuale responsabile dei musei dell’ateneo bolognese e già presidente dell’istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna. Il tema fu ripreso senza successo negli anni immediatamente successivi ma abbandonato per l’impegno economico elevato. Era in programma per il 17 maggio 2023, (il giorno dopo l’alluvione) un sopralluogo alla presenza dei tecnici dell’Agenzia del Demanio e del Comune di Forlì, e forse anche della Direzione generale archivi del Ministero della Cultura ma gli eventi calamitosi hanno impedito lo svolgimento dell’incontro” insiste Turroni.
“La situazione determinatasi in seguito suggerisce di proseguire nel progetto che recupererebbe un importante monumento nel centro storico della città, offrendo anche un servizio di importanza strategica. I costi stimati si aggirerebbero introno ai 25 milioni di euro per il recupero del bene, a partire dal chiostro, che potrebbe ospitare l’intero Archivio e dalla chiesa, che potrebbe diventare una sala di lettura. Si utilizzerebbero in modo intelligente le risorse della ricostruzione. Vi si potrebbero trasferire gli archivi comunali, statali e del Tribunale, ma anche quelli privati. Nel complesso che ha davvero dimensioni ragguardevoli potrebbero agevolmente trovare collocazione anche altre attività e funzioni, sul modello di Sant’Ivo alla Sapienza di Roma, capolavoro del Borromini, all’interno del quale sono collocate numerose funzioni, dall’archivio agli uffici del Senato, a un centro culturale e alla chiesa stessa. Nel magnifico cortile hanno luogo spettacoli teatrali e concerti” argomenta l’esponente dei Verdi.
Ad agosto si è svolta al Ministero una importante riunione alla presenza del Ministro e di tutti i dirigenti che si stavano occupando dei diversi problemi derivanti dalla alluvione e in quella circostanza si discusse anche del tema archivi. L’idea di utilizzare la Ripa per gli archivi venne scartata perché venne ritenuta inidonea in quanto l’edificio, collocato in una zona definibile come “bassa” avrebbe potuto essere in futuro sommerso dalle acque. «In quella circostanza Sangiuliano lanciò l’idea di un grande concorso di progettazione per un nuovo edificio in un’area nuova a cui reagemmo subito affermando che col restauro della Ripa: “Non si consumerebbe suolo, si restaurerebbe un bene demaniale senza svenderlo, si risolverebbe il problema degli archivi della città, si rivitalizzerebbe, con l’inserimento di altre funzioni, una zona assai importante del contro storico. Siamo quindi particolarmente contenti per questo cambio di posizione che vediamo sposata anche dal sindaco. Non vorremmo però che essa sia stata guidata dalla diversa valutazione del Ministero e del Comune per l’uso dei sotterranei, diventati nuovamente luoghi ove possono essere messi libri e archivi» conclude Turroni.