«Nei giorni scorsi la giunta quasi al completo ha presentato ancora una volta la futura apertura e l’ennesima destinazione dei locali dell’ex Asilo Santarelli. La buona notizia è che questa destinazione sarà quella definitiva. Infatti, dopo oltre 4 anni di invenzioni e giravolte, la giunta ha dovuto ammettere che l’unica destinazione possibile del Santarelli è quella iniziale, per non perdere le risorse comunitarie assegnate ai progetti “Cultural heritage e cittadinanza attiva”, finalizzato a realizzare un laboratorio di innovazione digitale per la valorizzazione del patrimonio culturale”, anche a sostegno dell’imprenditoria giovanile, e “Forlì città del 900”, finalizzato alla realizzazione di un centro di interpretazione del museo a cielo aperto della città del 900» è il commento di Federico Morgagni di Forlì & Co.
«Per il resto, non si capisce davvero cosa ci sia da festeggiare, dato che si tratta di un cantiere di cui viene ora annunciata l’imminente chiusura, ma che tuttavia rimane aperto ad oltre 4 anni dalla data in cui avrebbe dovuto concludersi. Dunque, un’opera la cui conclusione doveva avvenire in 2 anni, si concluderà forse dopo 6, con l’inevitabile, conseguente aumento dei costi di realizzazione per un importo di oltre 600.000 euro. Entrando nel merito delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco e dagli assessori, inoltre, non possiamo che chiederci per quale motivo la giunta abbia architettato un così complesso gioco di incastri, ovvero lo spostamento temporaneo della biblioteca moderna a Palazzo Romagnoli e il conseguente spostamento della collezione Verzocchi a Palazzo Albertini, che sta producendo gli esiti che avevamo previsto: milioni di euro di spesa, lo scarto nelle tempistiche tra l’avvio dei lavori su un edificio e il ritardo nella conclusione dei lavori sugli altri con la conseguenza di enormi disservizi, per trovarsi, alla fine ad avere un servizio bibliotecario assurdo, sparpagliato su più sedi, a cui dovrà far fronte una dotazione di personale già carente per le esigenze attuali» insiste l’esponente di minoranza.
«Davvero ha avuto senso escludere a prescindere la possibilità di spostare temporaneamente la biblioteca moderna al Santarelli, a costi certamente inferiori e senza dispersioni del servizio su più sedi e slittamenti nelle tempistiche di utilizzo dei contenitori? E se il Santarelli non è adatto ad ospitare la biblioteca moderna del Comune, perché lo è per ospitare quella dell’Università, che per altro risulterebbe fuori zona rispetto al Campus, e che pertanto avrebbe avuto più senso collocare in spazi disponibili in prossimità dello stesso, come ad esempio Campostrino? Enormi perplessità suscita poi la testarda ostinazione del Comune a volere destinare i sotterranei del Santarelli, così come quelli di palazzo Romagnoli, a deposito dei libri della biblioteca Moderna» argomenta Morgagni.
«Su questo tema sarebbe ora che l’Amministrazione dicesse la verità ai cittadini: cioè che la Soprintendenza non ha formulato alcun parere favorevole al trasloco dei libri dei sotterranei, ma bensì si è dichiarata non titolata ad esprimersi in merito nel caso in cui si tratti del trasferimento di volumi con meno di 70 anni di età. Dunque nei fatti il Comune di Forlì si sta prendendo da solo la responsabilità di mettere a rischio, consapevolmente considerati i recenti eventi alluvionali, un totale di 150.000 volumi della biblioteca Moderna, la cui perdita ridurrebbe drasticamente la dotazione libraria della città e rappresenterebbe un danno stimabile in milioni di euro» conclude Il gruppo consiliare Forlì & Co.