Dopo il successo di pubblico della serata di novembre dedicata alla recuperata stele del Canova dedicata a Ottavio Trento, domenica 17 dicembre alle ore 18,00, nell’ex Chiesa di San Giacomo, con ingresso gratuito, torna “Un’Opera al Mese”, la rassegna d’arte ideata per far conoscere al grande pubblico i grandi capolavori che appartengono al patrimonio storico-artistico forlivese. Promossa dall’Assessore alla Cultura Valerio Melandri, il ciclo di appuntamenti è curato dal dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini.
Protagonista della serata sarà il pregevolissimo dipinto di Marco Palmezzano “Annunciazione” che, per l’occasione, verrà esposto al pubblico in San Giacomo. “Questo ultimo appuntamento del 2023 della rassegna “Un’Opera al Mese”– precisa l’assessore alla Cultura Valerio Melandri – rappresenta un ulteriore passo dell’importante percorso che abbiamo intrapreso, rivolto a comunicare in forma divulgativa al grande pubblico lo straordinario patrimonio artistico esposto nei musei cittadini. La grande partecipazione dei forlivesi a questa iniziativa ci incoraggia a riproporla anche per il 2024”.
“La rassegna “Un’Opera al Mese” non poteva prescindere da un artista come Marco Palmezzano – precisa Stefano Benetti – perché, se in età Rinascimentale Forlì ha saputo disegnarsi un marcato carattere identitario, questo carattere è rinvenibile appunto in Palmezzano”. A presentare l’opera domenica 17 dicembre nell’ex Chiesa di San Giacomo sarà il professor Daniele Benati, docente di storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Bologna e autore, tra gli altri, di numerosi saggi sull’arte in Emilia e in Romagna in epoca medievale e moderna.
“Con il suo volo di rondini che annunciano la primavera e la rinascita – spiega il professor Benati – l’Annunciazione di Marco Palmezzano ci aiuta a comprendere i significati che si nascondono dietro un’immagine che ci è talmente familiare da apparirci quasi ovvia e scontata. Nello stesso tempo, ci induce a riscoprire e ad apprezzare un artista in grado di coniugare il carattere razionale e intellettualistico della ricerca prospettica rinascimentale con un nuovo e più acuto sentimento della natura e della dolcezza del vivere. Dapprima allievo e poi collaboratore di Melozzo da Forlì, Palmezzano giunse ben presto ad affermarsi come maestro autonomo, licenziando dipinti per la propria città e per altri centri della Romagna, i più importanti dei quali costituiscono l’orgoglio delle raccolte museali forlivesi”.
Giunta così al suo quattordicesimo appuntamento, la rassegna “Un’Opera al Mese”, attraverso la narrazione di autorevoli studiosi, è stata un’occasione per promuovere e far conoscere grandi artisti e grandi capolavori appartenenti alle collezioni antiche e moderne dei Musei Civici forlivesi: dai pregevoli “Ebe” e “Stele in gesso dedicata a Ottavio Trento” del Canova alla “Dama dei Gelsomini”; dal “Pestapepe” alla “Fiasca con Fiori”; dal Beato Angelico al Palmezzano e al Cagnacci; da Wildt e De Chirico a Depero e Sironi. Ora è la volta di questo autentico capolavoro.