Domani alle 11,00 mi recherò per un ricordo davanti alla lapide di Giovanni Arfelli, in corso Mazzini a Forlì, a 100 anni dal suo omicidio. È l’unico antifascista forlivese, vittima delle camicie nere prima del 1925, che sia ricordato in città con un qualche segno. Ovviamente, non fu il solo.
Aveva 18 anni e non aveva fatto nulla. Il suo compagno, Luigi Laghi, nonostante quattro revolverate, ce la fece. Lui no. Il prefetto vietò il funerale, temendo si ripetesse la manifestazione riservata qualche settimana prima al maggiore Giulio Capanni, già eroe di guerra sul Sabotino, massacrato a bastonate e sopravvissuto qualche mese quasi cieco.
Presidente del consiglio era Benito Mussolini. In quei giorni il Circolo Mazzini, orgoglio dei repubblicani forlivesi, ammainò per 20 anni la sua bandiera. Si concludeva così una storia inaugurata da Aurelio Saffi oltre mezzo secolo prima.
Roberto Balzani