“L‘ultima crociata della Regione e della giunta Bonaccini è per abolire il requisito della residenzialità nell’accesso alle case popolari. Una mossa, quella avanzata dal presidente Bonaccini, che avrà pesanti ripercussioni sugli italiani indigenti che da anni sono in attesa per poter accedere a un alloggio pubblico. Si vedranno sorpassati in un lampo dagli immigrati, un chiaro favore verso chi arriva nella nostra Nazione, magari irregolarmente. È un criterio assurdo, su cui non bisogna procedere“. Lo sostengono Alice Buonguerrieri, deputato e presidente di Fratelli d’Italia Forlì-Cesena, e Luca Bartolini, ex consigliere regionale e responsabile del partito per il comprensorio forlivese.
“Casa, famiglia e tenuta sociale sono elementi centrali per una buona politica e oggi come non mai c’è bisogno di ascoltare gli italiani che chiedono aiuto per avere una casa popolare – proseguono gli esponenti di FdI -. Per troppo tempo famiglie e persone per bene sono state di fatto estromesse dal poter aspirare a una casa popolare a causa dei regolamenti per gli alloggi Erp. I controlli poco accurati sugli occupanti stranieri da parte delle amministrazioni locali di sinistra hanno fatto il resto: per loro va sempre tutto bene, si chiude un occhio e forse anche due, ma per gli italiani i controlli sono serrati e certosini”.
“Come sempre la sinistra adotta due pesi e due misure e questa volta Bonaccini pare voler superare proprio a sinistra la sua segretaria Elly Schlein. Ma abolendo il requisito della residenzialità – concludono Buonguerrieri e Bartolini – ci troviamo davanti a un vero e proprio razzismo al contrario“.