La Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare emessa dal Gip (giudice per le indagini preliminari), richiesta dalla Procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni, a carico di un minore, indagato per il reato di rapina aggravata e lesioni personali a danno di 4 giovani. I fatti risalgono alla notte del 3 dicembre scorso. All’uscita di una discoteca un gruppo di quattro ragazzi forlivesi è stato aggredito da un altro gruppo per futili motivi. Le quattro vittime hanno subito un vero e proprio pestaggio, riportando fratture e contusioni varie. Tra gli aggressori, il minore ha avuto un ruolo di assoluto protagonista, colpendo ripetutamente le vittime e causando i danni più gravi. Le vittime, poco più che maggiorenni, erano rimaste letteralmente terrorizzate per la violenza subita.
Il fatto aveva creato grande allarme sociale tra la cittadinanza, con i genitori delle vittime che hanno lanciato appelli pubblici per fermare i violenti. Le indagini svolte nell’immediatezza dai poliziotti della Squadra Mobile hanno consentito di ricostruire la dinamica dell’aggressione ed individuare esattamente le singole condotte; le immagini del sistema di video sorveglianza e le testimonianze raccolte hanno consentito poi di fare piena luce sulla vicenda. Il gip nell’applicare la misura cautelare della “permanenza in casa” (misura analoga agli arresti domiciliari), ha evidenziato che i “fatti appaiono assolutamente gravi, tenuto conto della modalità dell’azione e della violenza fisica, indicativa di assoluta spregiudicatezza ed evidente allarme sociale”.
E proprio per i profili di allarme sociale che il Questore aveva già emesso nei confronti del minore anche il “Daspo Urbano”, il divieto di accedere e stazionare in determinate zone della città di Forlì, tra cui esercizi pubblici e piazze, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, misura di prevenzione che è stata introdotta recentemente dalla “legge Caivano”, e che rientra tra le azioni per frenare la criminalità minorile.
È stata la prima misura adottata in Provincia a carico di un minore, che era finito spesso al centro di accertamenti per gravi episodi di cronaca. Il minore, infatti, non è nuovo ad episodi del genere e sul suo conto ci sono diversi procedimenti penali per reati analoghi. Trattandosi di un procedimento in fase di indagini, per il minore vale ovviamente la presunzione di innocenza per cui la eventuale colpevolezza potrà essere pronunciata solo all’esito del percorso giudiziario.