Martedì 27 febbraio il presidente dell’Associazione per la Salvaguardia e la Tutela del Territorio Gianfranco Montaletti, assieme ad una delegazione di soci e cittadini, ha consegnato alla sindaca di Forlimpopoli Milena Garavini 162 moduli, contenenti un totale di 2.318 firme, raccolte nelle scorse settimane sul territorio. Un grande segnale di partecipazione, in cui la cittadinanza ha condiviso le preoccupazioni dell’associazione a proposito del progetto GES.CO – Amadori, che prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento logistico-produttivo di 64.666,25 metri quadrati, su una superficie di circa 26 ettari, con notevoli impatti ambientali e territoriali con ricadute su salute e qualità della vita. Queste in sintesi le richieste contenute all’interno della petizione:
– una drastica riduzione della capacità edificatoria;
– l’autorizzazione e la realizzazione di un polo unicamente logistico, con la richiesta di un vincolo permanente che escluda, anche per il futuro, la possibilità di trasformarlo in un polo logistico produttivo;
– un rigoroso rispetto delle vigenti normative in tema di emissioni nell’atmosfera di CO2 e di polveri sottili;
– la limitazione nell’ambito dello stabilimento della circolazione di autovetture con l’attivazione del trasporto pubblico;
– rendere tutta la struttura pienamente autosufficiente in tema di assorbimento di energia da combustione fossile, attraverso la realizzazione di un impianto che produca energia da fonti rinnovabili.
All’atto della consegna, l’Associazione ha fatto esplicita richiesta alla sindaca Garavini e al presidente del Consiglio comunale Enrico Monti di poter aprire un confronto con i cittadini in sede di consiglio comunale, per avere certezze circa la presunta volontà dei proponenti di realizzare un polo esclusivamente logistico, con l’ulteriore garanzia che l’area non possa diventare produttiva negli anni a venire. A questa richiesta il sindaco Garavini ha risposto da un lato confermando che dal progetto attualmente depositato sarà stralciata la parte produttiva, non escludendo tuttavia per il futuro la possibilità di espandere il sito con nuove funzionalità, fra cui ovviamente anche quella produttiva, considerando che non ci sarà alcuna riduzione della superficie edificata se non per l’altezza dell’edificio.
Il sindaco inoltre ha sottolineato l’importanza di avere sul territorio attività produttive importanti per numero di occupati e per dimensioni: le abbiamo ricordato che anche la nostra associazione è d’accordo su questo ma che, tuttavia, è grave non considerare e trascurare gli impatti che le attività produttive hanno sui cittadini, soprattutto se non commisurate e proporzionate con le caratteristiche del territorio. Siamo quindi sorpresi dalla risposta ricevuta da parte dell’amministrazione di Forlimpopoli che si ostina a non vedere la sproporzione fra il progetto produttivo di Amadori e il contesto all’interno del quale la sua realizzazione è prevista e siamo fortemente delusi dal mancato accoglimento della nostra richiesta di poter affrontare in un consiglio comunale aperto questo importante tema per la città, confermando la scarsa propensione di questa amministrazione per la trasparenza, negando alla cittadinanza la possibilità di partecipare ai processi decisionali del paese.
“La raccolta firme ha rappresentato un importante momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, vista la scarsa partecipazione e trasparenza che ha caratterizzato le prime fasi del progetto GES.CO – commenta Gianfranco Montaletti, presidente dell’Associazione -. Ringrazio tutti i volontari e i membri dell’Associazione per il grande lavoro svolto in questi mesi per il bene della nostra citt”. Una raccolta firme che ha dovuto superare diversi scogli anche dal punto di vista realizzativo, a causa di difficoltà logistiche e burocratiche, comunicate anche in sede ufficiale alla Prefettura di Forlì nell’incontro avuto ad inizio febbraio, che tuttavia non hanno fermato il lavoro di sensibilizzazione fatto dall’Associazione dal 5 di dicembre ad oggi. L’Associazione continuerà a seguire gli sviluppi di questa vicenda per non venire meno alla fiducia manifestata da tutti i 2.318 firmatari, con la speranza che tutte queste firme non vengano abbandonate in un qualche cassetto e dimenticate, perché chi dimentica è complice”.