Si è spento nella sera di domenica, a Firenze, il professore Antonio Paolucci, già sovrintendente del polo museale di Firenze e direttore dei Musei Vaticani, oltre che ministro per i Beni culturali tra il 1995 ed il 1996. Antonio Paolucci è stato un protagonista di primo piano dell’ideazione e dello sviluppo del progetto delle grandi mostre della Fondazione di Forlì al Museo San Domenico, uno dei primi a credervi fermamente, quando Forlì era ancora del tutto sconosciuta ai grandi circuiti dell’arte. “Paolucci non esitò a mettersi in gioco in prima persona, accettando l’incarico che ha quindi tenuto fino allo scorso anno, di presidente del Comitato Scientifico delle mostre, assumendo quindi più volte anche quello di curatore in prima persona, e soprattutto mettendo a disposizione della città di Forlì e della Fondazione la sua straordinaria competenza, la sua autorevolezza nelle relazioni con le istituzioni museali di tutto il mondo e la sua inesauribile passione. A dispetto dei molteplici impegni come direttore, come studioso ed anche come divulgatore, non ha mai fatto mancare la sua industriosa partecipazione agli incontri di lavoro e la sua affabile vicinanza alle vicende forlivesi, testimoniandone la grandezza sia dal punto di vista professionale che umano” si legge in una nota della Fondazione Cassa di Risparmi di Forlì.
Per la città di Forlì, per i Musei San Domenico, che da ministro contribuì ad avviare nella fase di restauro, per tutti gli studiosi impegnati nelle mostre della Fondazione – dai più affermati ai più giovani ancora ad inizio carriera – la scomparsa del prof. Paolucci rappresenta una gravissima perdita, lenita solo in minima parte dalla gioia di aver potuto affrontare con lui le moltissime sfide che hanno portato a fare di Forlì uno dei cantieri culturali – per le grandi esposizioni – tra i più significativi a livello nazionale.
“Queste mostre – osservò due anni fa lo stesso Paolucci presentando l’esposizione dedicata alla Maddalena – possono essere considerate un miracolo italiano, il miracolo di una città che ha voluto darsi una riconoscibile identità culturale e che, per riuscirci, ha saputo aggregare un blocco compatto di inventiva culturale, di determinazione politica e di risorse economiche guidandolo, senza incertezze e senza ripensamenti, al risultato”.
«A nome dell’Amministrazione comunale di Forlì esprimo i sentimenti di cordoglio e di partecipazione al lutto per la scomparsa del professor Antonio Paolucci. Autorità di assoluto livello nel mondo dell’arte, con un percorso professionale straordinario e connotato da ruoli prestigiosi quali soprintendente del Polo museale di Firenze, ministro per i Beni culturali e direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci lega il suo nome anche alla nostra città in virtù della strettissima collaborazione con le grandi mostre realizzate, insieme alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, ai Musei San Domenico. È vivo in tutti noi il ricordo dei suoi splendidi interventi di presentazione dei percorsi espositivi, sempre emozionanti e coinvolgenti, così come fortissimo è il sentimento di gratitudine nei suoi confronti per aver contribuito a far diventare le grandi mostre forlivesi e i Musei San Domenico un punto di riferimento, per qualità culturale, in Italia e a livello internazionale. Antonio Paolucci ha condiviso con la nostra città il suo enorme patrimonio di conoscenze di storia dell’arte e di critica, di relazioni e di narrazioni, il tutto sempre sostenuto da uno stile inconfondibile intriso di eleganza e autorevolezza. In questo triste momento ci stringiamo ai familiari, agli amici e all’intera nazione, nel dolore, nel ricordo, nella riconoscenza» il commento e il ricordo del sindaco di Forlì Gian Luca Zattini.
«A nome di Forza Italia dell’Emilia-Romagna esprimo i sentimenti di cordoglio e di partecipazione al lutto per la scomparsa del professor Antonio Paolucci. Grazie per la sua autorità di assoluto protagonista nel mondo dell’arte, egli ha ideato, creato e sviluppato il grande progetto delle mostre realizzate, insieme al Comune di Forlì, alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e a Gianfranco Brunelli, ai Musei San Domenico portando Forlì nei grandi circuiti dell’arte a livello nazionale e internazionale. Di Rimini, dove era nato, Paolucci ha portato nella sua vita e nei suoi incarichi, lo spirito di laboriosità e dell’umanità squisitamente romagnola; di Firenze, dove ha ricoperto vari incarichi, fra cui soprintendente al Polo Museale Fiorentino, ha trasmesso alla cultura mondiale moderna la bellezza dell’umanesimo e del rinascimento; di Roma, dove è stato ministro dei Beni culturali e direttore dei Musei Vaticani, ha saputo comunicare gli ideali della classicità e della cultura del bello come valori universali. In tutto questo, il professor Paolucci è stato un grande maestro, senza mai perdere il culto dell’amicizia, delle relazioni umane e dei paesaggi della Romagna, comunicando il suo immenso patrimonio di conoscenze artistiche, sia con linguaggio semplice ma caloroso in conversazioni fra amici, sia con linguaggio elegante e autorevole nelle dotte relazioni o negli scritti per esperti e amanti del settore e delle cose belle. Per noi romagnoli della Romagna Toscana, con Paolucci muore l’ultimo “granduca fiorentino nella seconda patria di Dante”, come ci spiegò in una delle prime mostre ai Musei di San Domenico su Palmezzano; mentre noi italiani salutiamo in lui uno dei più grandi ambasciatori e divulgatori della bellezza dell’Italia nel mondo. Grazie, maestro Paolucci, per aver regalato tanto a noi e al nostro Paese» aggiunge la deputata di Forza Italia Rosaria Tassinari.