Un riconoscimento post mortem giunge a don Francesco Ricci da parte della Polonia, Paese in cui il sacerdote forlivese si è recato più volte nel corso della sua attività missionaria, culturale ed editoriale negli anni ‘70-’80, quando i muri erano alti e c’era ancora la cortina di ferro della Guerra Fredda. Come pubblicato sulla Gazzetta della Repubblica polacca nel dicembre scorso, e comunicato ora dall’Ambasciata polacca presso la Santa Sede con una lettera indirizzata al Centro Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero sociale della Chiesa, di cui è presidente Marco Ferrini, a don Ricci è stata conferita post mortem la Croce di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica.
La notizia è stata rimbalzata anche dal settimanale “Tempi” che, peraltro, riporta il significativo testo della motivazione dell’ordinanza firmata nel novembre 2023 dal presidente della Repubblica polacca, Andrzej Duda, con cui il sacerdote viene insignito di questo attestato ufficiale. «In riconoscimento dei suoi meriti eccezionali nel promuovere la cultura polacca – si legge nella motivazione – e per la sua attività a favore della trasformazione democratica in Polonia».
Questo avvalora l’azione pluridecennale di tipo ecclesiale, sociale, civile e culturale che il sacerdote svolse nei Paesi dell’Est per aiutare la “Chiesa del silenzio” ad avere voce, e ciò avvenne anche con le numerose pubblicazioni e l’attività culturale di Cseo, Centro Studi Europa Orientale, che il prete fondò a Forlì favorendo in tal modo anche la transizione democratica in Polonia. Lì, infatti, conobbe importanti personaggi fra cui il giovane vescovo di Cracovia, Karol Wojtyła, poi divenuto Papa Giovanni Paolo II. Grazie all’attività di Cseo, fondato nel 1966 a Forlì, e alla casa editrice, don Ricci pubblicò centinaia di numeri della rivista “Cseo documentazione” insieme ad altri libri e pubblicazioni suddivisi in varie collane, articoli per giornali e periodici che davano voce alla “Chiesa del silenzio”.
I testi erano il frutto delle feconde relazioni e amicizie intrecciate sul posto. I documenti arrivavano in Italia, spesso in modo clandestino, portati dallo stesso don Ricci e dai suoi giovani amici e collaboratori, ed erano quelli di intellettuali, filosofi, poeti e uomini di cultura fra cui Stanislaw Grygiel, il Card. Stefan Wyszyński e Karol Wojtyła, di cui pubblicò alcuni scritti facendolo così conoscere in Italia. Quei viaggi in Polonia e in altri Paesi dell’Europa dell’Est erano densi di incontri e amicizie, ma pure avventurosi e talvolta pericolosi, visto il rigido controllo del regime comunista di allora.
Don Ricci elaborò la sua attività editoriale sempre facendo base a Forlì, nella sede di Viale della Libertà, dove ancora oggi l’editrice-cooperativa culturale La Nuova Agape conserva quell’eredità editoriale e promuove nuove linee progettuali seguendo quelle orme dopo l’incorporazione di Cseo nella stessa Nuova Agape. Negli anni scorsi a conservarne la memoria, pure con diverse pubblicazioni, fu anche l’opera dell’Associazione Don Ricci, confluita ora nel Centro culturale a lui dedicato (https://donfrancescoricci.it/) che porta avanti quella storia di passione culturale ed educativa formatasi nel movimento di Comunione e Liberazione di cui don Ricci fu iniziatore a Forlì, in Romagna e in varie parti del mondo, grazie anche all’amicizia condivisa, e iniziata alla fine degli anni ‘50 e i primi anni ’60, con don Luigi Giussani e altri sacerdoti.
Nella redazione di Cseo curata da don Ricci, che fu allievo pure di don Pippo, si sono formate diverse generazioni di forlivesi fra cui il prof. Riccardo Lanzoni, Antonio Setola, il prof. Giuseppe Scidà, la prof.ssa Antonietta Tartagni, il giornalista Alessandro Rondoni, già direttore de “Il Momento”, che alla sua storia vissuta con don Ricci ha dedicato il libro “La più umana delle passioni” (ed. Bur Rizzoli).
Al prete forlivese, prematuramente scomparso il 30 maggio del 1991, fu dedicato un convegno internazionale dal titolo “Don Francesco Ricci fino agli estremi confini della terra”, organizzato nel giugno 2007 a San Marino dalla Fondazione Giovanni Paolo II con la partecipazione di importanti personalità. Nel giugno 2021 anche il Card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e ora presidente della Cei, intervenne a Forlì all’Arena San Domenico a ricordare l’opera di don Ricci in occasione dell’incontro pubblico “Il primo e più grande compagno di cammino”, organizzato dal Centro culturale Don Francesco Ricci e da Comunione e Liberazione Forlì in collaborazione con la Diocesi e il patrocinio del Comune, nel 30° anniversario della morte. Il sacerdote, canonico della Cattedrale, fu a lungo anche rettore della chiesa di San Filippo Neri, in via Giorgina Saffi, ora affidata alla fraternità di Cl e di cui è rettore don Enzo Zannoni. L’ultimo intervento pubblico di don Ricci fu nel 1990 a Forlì, in occasione del Natale, nella basilica di San Mercuriale gremita di giovani.