La domanda che il consigliere regionale della Lega Massimiliano Pompignoli ha posto martedì mattina in assemblea legislativa è stata diretta: “la Romagna vuole sapere se questa Regione stia lavorando alla progettazione e realizzazione di adeguate casse di espansione per evitare che future ondate di maltempo e piene dei nostri fiumi possano causare tragedie come quella dell’alluvione di maggio 2023”.
Questo perché in Veneto i bacini di laminazione hanno fatto la differenza. Un caso su tutti è quello di Vicenza, dove hanno letteralmente salvato la città, garantendo un controllo strategico delle acque e un abbassamento immediato dei livelli idrometrici a difesa del centro urbano. “Le importanti precipitazioni di questi giorni in Veneto hanno dimostrato la strategicità delle casse di espansione in territori soggetti a forte fragilità idrogeologia. Contrariamente a quanto accaduto in Emilia-Romagna, la situazione nel vicentino è rimasta sempre sotto controllo e non ha provocato significativi disagi grazie alle tante opere di difesa idraulica realizzate” – ha continuato Pompignoli.
Sprezzante la replica del sottosegretario Baruffi in aula che ha parlato di “film” e di due fenomeni – quello veneto e quello romagnolo – completamente diversi tra loro.
Baruffi ha poi aggiunto che la Regione “ha investito moltissimo in questo settore e ha realizzato numerose casse di espansione”, portando all’attenzione di Pompignoli un lungo elenco di “lavori già eseguiti e altrettanti in previsione” che a detta del sottosegretario risultano in standby per mancanza di risorse da parte del Governo.
“La dobbiamo smettere di dare la colpa al governo – ha commentato durissimo Pompignoli – perché queste sono opere che andavano fatte trent’anni fa, non oggi o dieci mesi fa. Il 90% delle vasche di laminazione che la Regione ha realizzato nel corso del tempo si trovano in Emilia e solo una minima parte in Romagna. Oltretutto, quelle che già c’erano in Romagna evidentemente non hanno funzionato a dovere o sono state fatte male, visto quello che è successo a maggio. Sarebbe meglio che invece di scaricare la responsabilità su altri la Regione si ponesse queste domande e corresse ai ripari, mettendo a punto un piano di lavori straordinario dal punto di vista del dissesto idrogeologico“.