Prima ancora di essere il titolare di un’azienda di successo nell’ambito del caffè, Rubens Gardelli è un padre a cui è stato sottratto il figlio di appena due anni.
Il 19 luglio scorso, la madre ed ex moglie di Rubens, di origine guatemalteca, ha improvvisamente lasciato l’Italia per tornare nel proprio paese d’origine, portando con sé il piccolo Brando.
Da allora, per l’imprenditore forlivese è cominciato un vero e proprio calvario per poter rivedere e parlare con il figlio. “Io e Katherine ci siamo conosciuti nel 2020, in pieno lockdown. Ci siamo innamorati quasi subito e sposati poco dopo, proprio in Guatemala. La sua famiglia, come la mia, opera da tanti anni nel settore del caffè ed è molto vicina al governo guatemalteco. Con la gravidanza e la successiva nascita di Brando, Katherine si è trasferita a Forlì, dove abbiamo comprato casa e gettato le basi per un progetto di vita insieme”.
Poi tutto è precipitato con la fuga della giovane donna. “Quel giorno – spiega Rubens Gardelli – sono andato nel panico. Mia moglie mi aveva detto che avrebbe portato nostro figlio al mare ma nel corso della giornata è sparita. Di lei e di nostro figlio non ho più avuto notizie. Soltanto qualche giorno dopo, con un messaggio delirante, mi ha comunicato che il nostro rapporto era finito e che era tornata in Guatemala con il piccolo Brando, avanzando nei miei confronti accuse prive di ogni fondamento.”
In questi mesi, Gardelli ha cercato in tutti i modi di riportare il figlio a casa, intraprendendo una risoluta serie di azioni legali e personali sia in Italia che in Guatemala. Il risultato è stato appena 10 videochiamate da luglio a marzo e un dialogo sempre più fragile e compromesso tra padre e figlio. Della sua vicenda e dell’impegno per veder tutelati i propri diritti di genitore, Gardelli ne ha parlato in un incontro faccia a faccia con il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, che si è detto “profondamente scosso dalla vicenda”.
“Sono vicino al signor Gardelli e a tutta la sua famiglia – aggiunge il sindaco. Il suo è un dramma indescrivibile, un dolore che lacera un’intera esistenza. È dovere delle istituzioni operare in stretta sinergia per far sentire la propria vicinanza a un uomo e a un padre a cui è stato sottratto l’affetto più caro, la più grande ragione di vita. Il Comune di Forlì c’è e farà la sua parte se necessario. Non si può restare in silenzio di fronte a una simile tragedia e noi, se chiamati a farlo, ci mostreremo al fianco di Rubens e dei suoi genitori”.
“La situazione che sta vivendo il mio cliente è tragica ma anche molto complessa dal punto di vista giuridico – spiega uno dei suoi avvocati Massimiliano Pompignoli -. Il Guatemala è un paese completamente diverso dal nostro, con un impianto normativo molto rigido e procedure articolate per non dire farraginose. A tutto questo bisogna aggiungere la distanza, che certamente non facilita l’interlocuzione tra le parti. Ma non noi allenteremo la presa. Il nostro obiettivo resta quello di far valere il diritto di un genitore a vivere il proprio figlio in maniera continuativa e significativa. Continueremo a lavorare per riportare a casa il piccolo Brando”.
“Ringrazio il sindaco Zattini per la sua umanità e le parole spese a sostegno della mia battaglia. Ho trovato in lui ascolto e partecipazione e questo è il tipo di aiuto di cui una persona come me ha bisogno. Sentire la mia comunità vicina mi dà forza e un grandissimo conforto” – conclude Gardelli.