“Attualmente a Forlì sono in corso di approvazione accordi operativi che interessano diverse aree della città nelle quali sono previsti nuovi interventi urbanistici sulla base di progetti presentati prima dell’alluvione di maggio e redatti secondo mappe di rischio e di previsioni non più attuali. Per questo motivo, nell’ottica del principio di precauzione, è necessario sospendere gli iter che sono in procinto di essere sottoposti all’esame della Giunta e o del Consiglio Comunale, in attesa che si acquisiscano e si esaminino le nuove documentazioni sul rischio idraulico delle aree interessate e sia arrivata a compimento la definizione del nuovo Piano di Protezione Civile, non più rimandabile. Solo dopo le necessarie verifiche e la nuova classificazione del territorio comunale, relativa al rischio alluvionale, si potrà valutare se e come riprendere l’iter delle nuove lottizzazioni”. A sostenerlo è il candidato sindaco del centrosinistra Graziano Rinaldini, che fa sua la richiesta del Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, di fermare le nuove costruzioni nelle aree alluvionate dopo l’incontro con sindaci, amministratori, rappresentanti delle parti sociali, delle imprese e delle realtà associative della Provincia di Forlì-Cesena.
“Del principio di precauzione dovrà tenere conto il Piano Urbanistico Generale, come aveva chiesto anche il Comitato unitario Vittime del Fango, Piano che è in corso di elaborazione e che a Forlì, a differenza di Cesena, deve ancora essere approvato – prosegue Rinaldini -. L’attuale regime urbanistico, previsto dalla legge regionale n. 24 del 2017, in questi anni è stato prorogato più volte per permettere ai Comuni di adeguarsi alla nuova normativa e transitoriamente la legge regionale ha dato la possibilità di attuare le previsioni di espansione dei precedenti Piani Urbanistici. Possibilità che, per i Comuni alluvionati, cesserà il prossimo 3 maggio. Dopo tale data sarà possibile consumare non più del 3% del territorio ma solo dopo l’approvazione del nuovo PUG”.
“I drammatici eventi di maggio impongono senza tentennamenti un approccio alla pianificazione del territorio radicalmente diverso dal passato – conclude Rinaldini – che privilegi non il consumo di suolo ma la riqualificazione e la rigenerazione del patrimonio già esistente in zone sicure. Occorre una visione che tenga inevitabilmente conto di quanto avvenuto e che sia proiettata al futuro per la sicurezza dei cittadini e dell’intero territorio” conclude Rinaldini.