“La cronaca quotidiana ci riporta lo stillicidio di violenze fisiche e psicologiche subite dalle donne tra le mura domestiche, nei luoghi di lavoro e in diversi contesti sociali. Una situazione che ci riguarda da vicino. I dati del Centro Donna parlano di oltre 100 casi di maltrattamento nel 2023 e un costante aumento del numero delle donne che si rivolgono agli operatori per chiedere aiuto e assistenza. Preoccupa anche la situazione in provincia che, con 61 denunce per violenza sessuale nel 202, di cui 10 ai danni di minori sotto i 14 anni, si colloca al decimo posto della graduatoria nazionale”. Così il candidato sindaco del centrosinistra, Graziano Rinaldini, nel suo intervento in occasione della giornata internazionale della donna.
“La violenza sulle donne, anche nel nostro territorio, è un fenomeno trasversale che riguarda tutti gli strati sociali, le culture e i livelli di reddito. Un quadro che ci allarma e che ci impone un cambio culturale a partire dalla quotidianità delle nostre relazioni. Una riflessione che non può e non deve riguardarci solo l’8 marzo ma ogni giorno.
I numeri dimostrano la necessità di interventi sempre più strutturati con un impegno crescente di risorse da destinare ai centri anti-violenza e alle case rifugio, oltre al Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza per sostenere prioritariamente le spese per l’autonomia abitativa e personale. Fondamentale, nella nostra comunità, è la presenza delle numerose associazioni impegnate in modo costante nella promozione dei diritti delle donne, con la realizzazione di attività anche all’interno delle scuole e che, in occasione dell’8 marzo, danno vita a tante e importanti iniziative” insiste il candidato sindaco del centrosinistra.
“La riproposizione di ruoli stereotipati fin dall’infanzia, l’adesione a presunte pratiche o attitudini o solo maschili o solo femminili, l’imposizione di valori e norme soggettive non condivise nelle relazioni affettive, le discriminazioni nell’iter di carriera sul lavoro, contribuiscono a generare questa violenza, impoveriscono la libertà di tutti e tutte costringendo le nostre vite in gabbie invisibili. Dobbiamo impegnarci perché l’educazione all’affettività, prevista nella convenzione di Istanbul, diventi una legge bipartisan del nostro ordinamento e un sapere che comprende la pedagogia di genere, l’educazione sessuale, la tutela delle differenze e di ogni discriminazione, la psicologia della coppia, l’educazione al web e all’uso dei dispositivi digitali. La negazione delle differenze è un’altra gabbia che ci viene imposta: liberarci dai razzismi, dal pregiudizio e dall’odio per chi avvertiamo come ‘diverso’ è condizione per la libertà per tutti. La libertà femminile e la critica all’ordine patriarcale ci chiamano a un cambiamento che le donne hanno già da molti anni determinato. Questa trasformazione è un’occasione di libertà anche per noi uomini, può arricchire e aprire le nostre vite. È doveroso e improrogabile un cambio culturale che riguarda tutti e tutte” conclude Rinaldini.