“Grazie al governo che ha posto fine alla disparità di trattamento per diocesi della Romagna. Infatti, ringrazio il governo e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per aver aumentato da 240 a 400 milioni di euro le risorse destinate all’adeguamento sismico dei luoghi di culto e per aver dato rassicurazioni che parte delle risorse saranno destinate ai progetti presentati dalla Romagna. Con questa assicurazione, finalmente si pone fine ad una disparità di trattamento imbarazzante messo in atto dal governo precedente tra le diocesi dell’Emilia e quelle della Romagna, creando di fatto una divisione all’interno del territorio regionale”.
L’ha detto mercoledì pomeriggio 10 aprile nell’Aula della Camera Rosaria Tassinari, deputata e presidente del Coordinamento regionale di Forza Italia dell’Emilia Romagna, durante il question time. “Nel febbraio 2022 le sette diocesi della Romagna – ha spiegato la deputata forlivese – avevano inviato al ministero della Cultura le schede richieste in merito a 60 progetti in materia di messa in sicurezza antisismica dei luoghi di culto per essere ammesse al contributo, come previsto dal Pnrr. Inspiegabilmente, nessun progetto delle diocesi della Romagna di competenza della Soprintendenza di Ravenna è stato inserito, mentre sono stati approvati i progetti di competenza della Soprintendenza dell’Emilia”.
Il ministro Sangiuliano, rispondendo alla deputata Tassinari, ha ripercorso l’iter della questione, ricordando che nel periodo tra febbraio e marzo 2022 sono pervenute circa 100 proposte di interventi da alcune diocesi dell’Emilia-Romagna. Poi con decreto del Segretario generale del 7 giugno 2022 sono state assegnate le risorse destinate alla sicurezza sismica dei luoghi di culto e al restauro del patrimonio culturale, Fondo edifici di culto, e sono stati destinati 240 milioni di euro per finanziare 257 interventi. A seguito dei residui conseguiti nell’ambito dell’investimento 2.4 del Pnrr, con mio decreto del 20 novembre 2023 l’importo destinato alla linea d’azione ‘Realizzazione di adeguamento sismico dei luoghi di culto, torri e campanili’ è stato elevato da 240 a 400 milioni di euro”. Quindi in ministro ha assicurato: “Conseguentemente sono state avviate le valutazioni da parte delle soprintendenze territoriali e della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio per il finanziamento di ulteriori interventi, tra i quali sicuramente rientreranno ulteriori edifici di culto situati nei territori della Romagna”.
Il ministro della cultura ha concluso: “Appena sarà pronto l’elenco, si potrà constatare la presenza anche di tanti luoghi di culto della Romagna”. La deputata Tassinari ha concluso la sua risposta di soddisfazione raccontando ai colleghi della Camera e in diretta Tv all’Italia alcuni gioielli d’arte, storia e cultura della Romagna: “Nell’ambito delle strutture ecclesiastiche previste ci sono molte chiese che, oltre alla funzione per il culto, hanno anche una valenza di carattere artistico, storico e sociale, come la cattedrale di Ravenna, con i suoi mosaici straordinari che fanno parte del patrimonio dell’Unesco, con 8 monumenti, fra cui appunto le Basiliche di Sant’Apollinare in Classe, Sant’Apollinare Nuovo e San Vitale. A Forlì è coinvolta la Cattedrale di Santa Croce, dove Sant’Antonio da Padova, il santo d’origine portoghese e seguace di San Francesco più venerato e conosciuto nel mondo, rivelò tutta la sua dottrina di predicatore il 23 settembre 1222. Nei dintorni di Forlì, il santuario di Fornò, a pianta e forma circolare, secondo i criteri dell’umanesimo (il cerchio simbolo della perfezione) e dei vicini campanili bizantini di Ravenna, fondato nel 1445-1455 dal pirata e poi eremita Pietro Bianco proveniente da Durazzo. Era dimora del papa Giulio II, quando andava in Romagna, ma soprattutto conserva varie opere d’arte, fra cui La Santissima Trinità adorata da Pietro Bianco, bassorilievo in marmo con un impianto simile a quello della Trinità di Masaccio. Ancora nei dintorni di Forlì, è interessata la Badia di Sant’Andrea di Dovadola, che ospitò Dante Alighieri in esilio, lì accolto dall’amico Guido Salvatico dei conti Guidi. Oggi la chiesa custodisce anche la tomba della Beata Benedetta Bianchi Porro, una giovane morta nel 1964 a soli 27 anni, mentre si stava laureando in medicina all’università statale di Milano. Per la modernità umana e letteraria, i suoi scritti sono tradotti e conosciuti in tutte le lingue del mondo, arabo, giapponese e cinese compresi, nonché inseriti nei libri di testo delle scuole italiane. Sulla sua tomba arrivano pellegrini da tutto il mondo, specialmente giovani”.