Somme irrisorie erogate alle imprese, ristori “da zero virgola”, a fronte di una narrazione inaccettabile fatta di annunci di rimborsi al 100%, mentre la realtà è fatta di burocrazia, lentezze e fondi mai arrivati. Sono tanti i conti che non tornano nel processo di ricostruzione del tessuto economico che avrebbe dovuto far seguito all’alluvione del maggio 2023. “Facciamo presto che è tardi” è il grido d’allarme con cui Legacoop ha riunito le proprie imprese a Ravenna, a un anno dall’inizio di quei tragici eventi, per fare il punto sulla situazione davanti a oltre 200 cooperatrici e cooperatori. Luogo dell’iniziativa i magazzini della Copura, una delle 22 imprese associate a Legacoop Romagna che furono invase dalle acque e oggi sono ripartite grazie principalmente agli sforzi dei propri soci e del sistema cooperativo.
«I dati resi pubblici ad aprile sulla stampa dalla struttura commissariale — ha detto il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi — ci dicono che fino a pochi giorni fa le domande completate sulla piattaforma Sfinge erano 775, di cui appena 63 avevano superato il controllo Invitalia. Le pratiche pronte per la liquidazione erano una quarantina, per un valore di 1,5 milioni di euro, ma le pratiche che avevano ricevuto una prima parte di contributo erano 29, per un totale di 400mila euro. Qualcuno può spiegarci queste cifre, visto che i danneggiati dall’alluvione sono stati quasi 90mila, di cui 16 mila imprese, e i danni stimati in Emilia-Romagna sono di 8,5 miliardi, di cui 3,5 a privati? Ci sono stati promessi ristori al 100%, ma è sempre più difficile dichiararsi ottimisti».
«Un capitolo davvero preoccupante riguarda le aziende agricole colpite dall’alluvione — ha aggiunto il coordinatore di Ravenna di Legacoop Romagna Mirco Bagnari — perché dallo Stato non è ancora arrivato nulla. Sono invece stati erogati i fondi europei della riserva di crisi UE che portano a circa 150 milioni di euro i fondi giunti al settore primario. Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica i danni alle infrastrutture sono stimati in circa 5 miliardi, ma le risorse complessivamente erogate da Governo e Struttura Commissariale sono state meno di un decimo. Altri problemi riguardano l’impossibilità di ristoro dei beni mobili perduti a seguito dell’alluvione e la mancata attivazione del meccanismo del credito di imposta, oltre ai pasticci sul Pnrr».
«Le cooperative associate a Legacoop Romagna — ha concluso il presidente di Legacoop Simone Gamberini — hanno subito circa 45 milioni di euro di danni, ma l’alluvione ha colpito un territorio molto vasto che include anche Bologna, Reggio Emilia e Modena, un’area che vale svariate decine di miliardi di PIL. Purtroppo, alle roboanti dichiarazioni di impegno del governo nei giorni successivi al disastro non sono seguiti i fatti e ad un anno di distanza aspettiamo ancora il rimborso completo dei danni subiti. La struttura commissariale, con la quale abbiamo fattivamente collaborato in questi mesi, ha dovuto operare con procedure burocratiche ordinarie che hanno pesantemente rallentato l’erogazione dei ristori. Noi abbiamo fatto in pieno la nostra parte per non lasciare sole le cooperative e le comunità, mobilitando più di sei milioni di euro di risorse di solidarietà, e continueremo a farla. Anche per questo esigiamo risposte e ci aspettiamo dalle istituzioni senso di responsabilità e rispetto per chi rischia di cadere nella rassegnazione».
Tante le testimonianze delle cooperative colpite, tra cui quella di Copura, l’impresa ospitante, che attraverso la viva voce del suo presidente Corrado Pirazzini ha ripercorso la sequenza di burocrazia, annunci e inesplicabili lentezze che hanno dovuto affrontare le vittime della catastrofe climatica. Numerose le istituzioni che sono intervenute: Irene Priolo, vicepresidente e assessora a Difesa del Suolo e Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna, il viceprefetto aggiunto di Ravenna Pierluca Castelli, il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.