L’Organizzazione Mondiale della Sanità in merito alle vecchie lastre ondulate di Eternit dichiara: ”L’esposizione a qualunque tipo di fibra di amianto in qualunque grado di concentrazione va evitata”. Un’informazione utile a tutti i cittadini è il fatto che di fronte alla presenza di lastre di eternit è possibile fare una segnalazione all’amministrazione comunale territorialmente competente, il sindaco poi, in quanto massima autorità Sanitaria sul territorio, sarà obbligato a inoltrare la segnalazione all’autorità competente chiedendo il supporto tecnico di Arpae. Tutto ciò sulla base del Piano nazionale amianto elaborato dal Ministero della Salute nel 2013 il cui obbiettivo è la tutela della salute e dell’ambiente.
A Rimini in via Dario Campana nell’area dell’ex Caserma dei Vigili del Fuoco da decenni è presente un capannone con centinaia di metri quadrati di amianto in cattivo stato, si tratta del tetto in eternit del suddetto immobile. Il fatto che siano in cattivo stato è determinante per l’iter di bonifica. Quell’amianto è di fatto pericoloso per la salute pubblica ma in totale simbiosi con alcuni spazi sociali e religiosi frequentati quotidianamente dalla comunità riminese. A pochi metri infatti troviamo un centro per gli anziani, Casa Don Andrea Gallo, Casa Madiba, l’associazione il Bastimento e fino a poco tempo fa una chiesa ortodossa. Quindi stiamo parlando di un’area frequentata quotidianamente da centinaia di persone, molti dei quali sono giovani e quest’ultimo dettaglio non è affatto irrilevante perché tra una ventina d’anni, ossia il tempo che intercorre tra l’esposizione all’amianto e la comparsa del mesotelioma, quei ragazzi potrebbero ritrovarsi con un cancro ai polmoni.
Quell’area fu venduta nel 2006 a cui poi nel tempo è seguito il fallimento dell’acquirente ma recentemente il Comune di Rimini ha ristrutturato un edificio adiacente al suddetto capannone con tetto in amianto. Nessuno durante la progettazione ha notato la situazione di pericolo di quell’area? Negli anni passati la Polizia Municipale ha fatto diversi interventi di ordine pubblico, tecnici comunali hanno visionato quell’area ma hanno segnalato ufficialmente al primo cittadino la presenza di amianto in quelle quantità e stato in cui versa? È stato avviato almeno l’iter di controllo sulla pericolosità di quelle centinaia di metri quadri di eternit? L’amministrazione in questi anni ha fatto mappare e mettere in lista per la bonifica detto edificio visto che da decenni il governo ha predisposto la procedura di valutazione e, sebbene con poche risorse, quella di bonifica? L’ultima segnalazione di quella situazione risale a 10 anni fa ed è possibile visionarne il filmato su YouTube intitolato “La Rimini insana”. Nulla è cambiato.
Ad oggi non è stato fatto nemmeno l’incapsulamento, che consistente nel lasciare il manufatto contenente amianto nella posizione originaria ma realizzando una vera e propria barriera protettiva posta tra la sua superficie e l’ambiente esterno. Per fare ciò si impiegano specifiche vernici applicate a più strati in modo da rendere più agevoli ed immediate le procedure di verifica e di controllo successive all’applicazione. Ma neanche il confinamento è stato fatto, azione che consiste nel lasciare il manufatto in sede, realizzando però una barriera fisica tra lo stesso e l’ambiente esterno, tramite un setto (es. pannelli, muri, coibentazioni) che nasconda e protegga per intero il manufatto.
Le fibre di amianto sono 1300 volte più sottili di un capello, se inalate rappresentano un pericolo serio per la salute umana e questo è un fatto scientifico, non un’opinione. L’esposizione alle fibre di amianto è causa di malattie dell’apparato respiratorio come asbestosi, carcinoma polmonare e mesotelioma. Passeranno altri 10 anni prima di mettere in sicurezza quel tetto?
Giorgio Venturi