«Il nubifragio che sabato scorso si è scatenato su Forlì ha provocato numerosi allagamenti ed esondazioni fognarie che hanno interessato molti quartieri, fra cui lo stesso centro storico, dimostrando che il sistema fognario cittadino non è adeguato a reggere gli eventi metereologici estremi che il cambiamento climatico sta rendendo sempre più frequenti e intensi. In proposito, sulla stampa è comparsa la replica dell’assessore Petetta all’elenco di problemi evidenziati dal nostro candidato sindaco Graziano Rinaldini. L’assessore ha fornito alcuni fotogrammi di perlustrazioni video fatte nel sistema fognario di alcune vie alluvionate (via Pelacano, Isonzo, Bologna, Locchi) senza però dire quanto tempo fa siano state fatte. Nel frattempo, sabato scorso è apparso chiaro – anche dalle testimonianze dirette di esercenti e cittadini – che in molti casi le acque non defluivano poiché tombini e caditoie non sono adeguate o risultano ostruite» è il commento di Flavia Cattani e Federico Morgagni, candidati lista Partito democratico.
«Viene da chiedersi se il Comune, nell’anno trascorso dalla tragica alluvione, per affrontare il problema abbia elaborato un’analisi circostanziata dell’intera rete, allo scopo di individuare i punti funzionanti, quelli critici, da ripulire o da rifare. Nel bilancio preventivo comunale non si evincono stanziamenti in questo senso. È chiaro che la prossima Amministrazione dovrà approntare un vasto e serio piano e individuare, pezzo per pezzo, le soluzioni più idonee. In centro storico il deflusso dell’acqua è stato anche ostacolato da lavori malfatti. Un caso su tutti: in Corso della Repubblica si è determinato un restringimento delle caditoie in conseguenza dell’innalzamento del piano stradale senza che, evidentemente, il Comune abbia previsto che tale intervento avrebbe potuto ostacolare il deflusso dell’acqua in caso di piogge abbondanti.
Si tratta di una vicenda sintomatica di un problema più ampio. Negli ultimi mesi, tentando di recuperare quattro anni e mezzo di immobilismo, il Comune ha freneticamente dato il via ad una serie di cantieri concomitanti, molti dei quali concentrati proprio nel centro storico» insistono i Dem.
«Primo ovvio risultato dell’avvio contemporaneo di tanti lavori sono stati gravi disagi per i cittadini, che avrebbero potuto essere evitati da una programmazione più attenta e diluita nel tempo. Il tentativo goffo e frettoloso di terminare i lavori entro le elezioni sta inoltre causando una serie di errori di progettazione o realizzazione, con conseguente spreco di tempo e denaro pubblico – di nuovo emblematico Corso della Repubblica, con lavori rifatti due volte e risultati deludenti sotto gli occhi di tutti.
Altro esempio palese lo stop, per quasi due mesi, del cantiere della rotonda di viale Italia, dovuto ad errori di progettazione, a cui si aggiunge la vicenda grottesca dello smantellamento del piedistallo del memoriale dell’alluvione, ufficialmente dovuto a un presunto intervento di ordinaria manutenzione ma di fatto provocato da un’incredibile leggerezza nel trattamento del patrimonio storico e nel rapporto con la Soprintendenza, per cui è stata ignorata l’impossibilità di piazzare un piedistallo simile davanti al monumento storico di Porta Schiavonia» argomentano i candidati consiglieri del Pd.
«Per non dire del palco montato al posto della pensilina e smontato il giorno dopo senza che se ne sia capito il senso e la logica: non doveva essere collocato lì per tutta l’estate? Tanti esempi, una sola conclusione: questo caotico agitarsi del Comune ha un costo per la città sia in termini di vivibilità che di risorse sprecate. Non è certo così che si recupera ciò che non è stato fatto nell’arco di un’intera consiliatura per il rilancio della città e del suo centro. Servono investimenti strutturali per favorire il ritorno alla residenzialità individuando funzioni forti, dotando il centro e gli altri quartieri di servizi adeguati, programmando in modo chiaro e preventivo le manutenzioni e le ristrutturazioni, progettando una rigenerazione urbana che metta in sicurezza strade e quartieri e con essi le abitazioni, le imprese, i negozi. Ma di tutto questo non vi è stata traccia sotto il governo della destra e di Zattini» concludono Cattani e Morgagni.