«Un anno fa in Romagna abbiamo assistito ad un duplice evento alluvionale senza precedenti per impatti ed ampiezza territoriale: 23 fiumi esondati, decine di migliaia di ettari allagati, più di un migliaio di frane, centinaia di strade interrotte che hanno prodotto 8,5 miliardi di danni, 36 mila sfollati e 17 vittime. Secondo i dati di Arpae le precipitazioni cumulate nei primi 15 giorni di maggio e in particolare nei due episodi del 2-3 e del 16-17 maggio hanno superato i 400 mm, più della metà di quanto dovrebbe piovere in un anno. Il volume di acqua caduto è stato calcolato in 4,5 miliardi di metri cubi. Sono volumi del tutto eccezionali che nessun territorio poteva reggere, ma i cui effetti sono stati amplificati dal restringimento degli alvei fluviali e dalla riduzione della capacità di stoccaggio dei terreni, sia per la cementificazione che per la compattazione del suolo e la perdita della rete scolante minore. Siamo di fronte ad una manifestazione eclatante dei rischi derivanti dalla crisi climatica associata ad uno sviluppo urbanistico ed infrastrutturale che non ha tenuto conto delle vulnerabilità idro-geologiche del territorio» è il commento di Nicola Dall’Olio candidato di Alleanza Verdi Sinistra per le elezioni europee nella circoscrizione nord est.
«Rischi che, se non si interviene con rapide azioni di adattamento e uno stop all’impermeabilizzazione e agli insediamenti nelle aree franose ed esondabili, non potranno che aumentare considerata l’accelerazione in corso del riscaldamento globale. Dal maggio dell’anno scorso si sono avuti i 10 mesi più caldi mai registrati, con scarti che nel nostro territorio sono stati costantemente di diversi gradi sopra le medie. Bisogna però ricordare che all’indomani dell’alluvione molti esponenti del governo hanno cercato di attribuire la colpa dell’esondazione di 23 fiumi e lo smottamento di oltre 1.500 frane agli alberelli e agli ambientalisti, cioè coloro che da decenni tirano l’allarme della crisi climatica e chiedono una diversa e più razionale gestione del territorio. Rovesciare la realtà e cercare un bersaglio di comodo è lo sport di una certa destra senza vergogna, continuare a negare la realtà della crisi climatica per non porre freni al cemento e all’anarchia insediativa è da irresponsabili; così facendo non si affrontano le reali cause e si mantengono le condizioni per il ripetersi di disastri» argomenta il candidato di EVS.
«È l’alluvione programmata di cui scriveva già negli anni ’70 l’ambientalista Antonio Cederna. Ma allora la crisi climatica non si era ancora manifestata. Oggi invece siamo di fronte a fenomeni estremi che si ripetono con frequenza ed intensità crescente. I tempi di ritorno stimati di 200 anni, rischiano di diventare 50 se non 20. E ciò che ci appare eccezionale diventare la nuova normalità. Questo ci impone di modificare radicalmente le modalità di gestione del territorio e della sicurezza idraulica, di agire con urgenza sul fronte dell’adattamento e di raggiungere al più presto l’azzeramento delle nostre emissioni climalteranti. Ogni diversione e ritardo da questi obiettivi ci porterà solo ad alzare il conto futuro dei danni, quando il conto attuale resta ancora al 90% da pagare da parte del governo» conclude Dall’Olio.