«Molto si è parlato in questi giorni della donazione del M5S alle popolazioni colpite dall’alluvione. Vediamo di ricostruire l’iter che ci ha portato fin qui. Le donazioni hanno riguardato 4 diversi Comuni dell’Emilia-Romagna: 150.000 € a Bologna, 240.000 a Cesena, 280.000 a Faenza e 330.000 a Forlì: totale un milione di euro. I soldi sono stati donati dove siamo in giunta (Faenza), dove siamo all’opposizione del centrosinistra (Cesena), dove siamo all’opposizione del centrodestra (Forlì), dove non siamo presenti in Consiglio comunale (Bologna), dove si vota per il sindaco e dove non si vota. Abbiamo pensato esclusivamente alle popolazioni colpite. È da sempre che i
nostri parlamentari e consiglieri regionali sottraggono dalle loro tasche questi soldi e li donano alla collettività. Per molti anni ad es. abbiamo finanziato il micro credito per piccole e medie imprese e se qualche artigiano oggi continua la sua attività è anche per la donazione che il M5s gli ha offerto. Tornando a Forlì, l’iter è partito nell’agosto di anno scorso quando il nazionale ci ha chiesto uno o due progetti per la nostra città. L’alluvione era ancora vivissima, il quartiere Romiti in stato di totale devastazione, centinaia di persone sfollate, intere strade inagibili. In quella situazione prendemmo contatto con il responsabile del quartiere Stefano Valmori, che ringraziamo, il quale ci indicò diverse criticità e luoghi di socializzazione andati distrutti. Dopo un esame di quanto ci era stato segnalato noi del M5s decidemmo di proporre al nazionale il ripristino della sala polivalente di via Locchi e della sede degli scout nella parrocchia» si legge in una nota di Sergio Petroncini rappresentante gruppo territoriale di Forlì ed Eros Brunelli consigliere comunale.
«La prima struttura era un punto di incontro e di aggregazione per tanti cittadini della zona ovest di Forlì, soprattutto anziani e lì si sono svolte molte iniziative per tutta la città mentre la seconda era uno dei pochi centri di aggregazione giovanile che ritroviamo ormai quasi solo in ambito parrocchiale. Con gli scout si avviò un fecondo percorso di collaborazione, che portò all’elaborazione di un progetto, ma quando tutto era pronto ci accorgemmo che il loro regolamento nazionale vieta di ricevere donazioni da gruppi politici. Visto lo spirito con cui avevamo lavorato, si pensò di rimanere in ambito sia parrocchiale che giovanile per cui prese corpo il progetto di ripristino della struttura sportiva polivalente che era andata totalmente distrutta sia per i molti metri di acqua che per il passaggio di centinaia di autobotti per togliere l’acqua nelle parti più basse dell’area parrocchiale. Il comune da un lato e la parrocchia dall’altro elaborarono i due progetti inviati per l’approvazione agli organismi nazionali del M5s. L’ultima parola spettava agli iscritti del M5s che prima di natale, con voto online hanno approvato quasi all’unanimità, i nostri progetti e quelli delle altre città alluvionate» insistono i pentastellati.
«Il resto è storia recente. Dopo un incontro in parrocchia fra Don Loriano e i coordinatori regionali del movimento Lanzi e Croatti, Conte doveva venire in parrocchia a Forlì nella giornata del 21 maggio a firmare la donazione davanti ad un notaio, esclusivamente a tutela del parroco Don Loriano, mentre per la parte pubblica si è seguito l’iter istituzionale con i soldi già a disposizione del comune. Il clima di una campagna elettorale aspra, che in occasione dell’evento noi abbiamo cercato di stemperare in ogni modo invitando il sindaco Zattini, le varie anime dei comitati alluvionati e i rappresentanti del quartiere, assicurando a tutti la natura istituzionale dell’evento, questo clima ha fatto sì che la donazione alla parrocchia non si sia potuta concretizzare. Rispettiamo e comprendiamo la posizione del vescovo e della curia, al di sopra delle parti politiche e a tutela di un luogo sacro come la parrocchia. Lasceremo passare i giorni e i toni della campagna elettorale che ci vedono protagonisti a fianco del candidato sindaco Rinaldini, ma la donazione alla parrocchia per quanto ci riguarda rimane perché vorremmo vedere al più presto bambini e ragazzi rincorrere un pallone o centrare un canestro ed auspichiamo che quella cerimonia che non si è potuta svolgere durante questo periodo particolare si possa celebrare dopo le elezioni, con tutte le autorizzazioni necessarie, chiunque sia la persona chiamata dai cittadini a guidare la nostra città. Per questo ci siamo e ci saremo. Infine sappiamo bene che altri quartieri di Forlì avrebbero meritato lo stesso sostegno, ma obiettivamente, considerando che l’iter iniziale è partito in agosto, in quell’epoca la scelta del quartiere Romiti è apparsa la più naturale; in questo chiediamo la comprensione dell’intera città» concludono Petroncini e Brunelli.