In tarda mattinata la senatrice Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, ha colto l’occasione del suo passaggio a Forlì per visitare la Casa Circondariale, dove sono detenute le persone in attesa di giudizio, quelle condannate a pene inferiori a 5 anni o al termine della pena. Al suo arrivo ha preso consapevolezza della situazione, parlando anche con il responsabile degli agenti, raccogliendo una situazione purtroppo simile a quella di tante carceri italiane: sovraffollamento, scarsa manutenzione e personale molto sottorganico.
“Il personale mi ha riferito che su una dotazione di organico che dovrebbe essere di 99 unità, la media è di 45, quindi quasi della metà” riferisce Ilaria Cucchi. Al contrario di quanto comunemente si ritiene, il personale e i detenuti in moltissime situazioni non sono in conflitto ma vivono il disagio della scarsa attenzione e delle scarse risorse destinate a queste strutture. “Un problema tipico delle carceri italiane è la frequenza di numerosi occupanti affetti da gravi patologie psichiatriche, per le quali le strutture non sono adeguate, e la numerosità di persone che hanno compiuto piccoli reati, che potrebbero scontare pene alternative e che rischiano di uscire in condizioni emotive e personali peggiori di quando sono entrate – continua – Se non permettiamo loro di lavorare e imparare un mestiere, una volta usciti non avranno alternative, per questo l’Italia è uno dei paesi con il più alto tasso di recidiva”.
Presente anche Maria Giorgini, segretaria provinciale della Cgil, che ha ringraziato la senatrice Ilaria Cucchi per il suo impegno sui diritti e per l’interesse manifestato sul documento che l’organizzazione sindacale le ha consegnato sulla situazione del Carcere di Forlì. “Il sotto organico della polizia penitenziaria che vede 45 unità effettive invece di 99 determina gravi rischi per la salute e la sicurezza sia degli operatori e operatrici come anche per i detenuti e le detenute. Questa condizione unita alla carenza strutturale che vede da 21 anni l’attesa per il nuovo carcere, limitano gli importanti progetti sociali di recupero e determinano una condizione di invivibilità a cui va posto urgente rimedio. Auspichiamo che l’impegno della senatrice e di tutte le istituzioni porti a soluzioni concrete”.
Sulla questione del nuovo carcere si è poi collegato Alessandro Ronchi, candidato di Alleanza Verdi e Sinistra per le elezioni comunali, ricordando che la fine dei lavori è per la lista una priorità, perché da un lato porterà più spazi e migliori condizioni per il personale e i detenuti, alleviando il problema del sovraffollamento, e dall’altro libererà la cittadella della Rocca di Caterina Sforza, che in quella collocazione vicina al Campus Universitario potrebbe essere sfruttata per gli studenti e per la sua espansione.