«Intervenendo alla riunione organizzata dalle associazioni ambientaliste a Carpena sul tema dell’inquinamento da trielina nelle falde tutti i presenti hanno percepito soprattutto sgomento e preoccupazione per il futuro e le tempistiche del ripristino, aggravata dalla mancanza di informazioni precise e puntuali da parte degli enti preposti. Tutta la tempistica dell’intervento del Comune è stata critica: è trascorso un anno di tempo tra l’individuazione del potenziale rischio a giugno 2023 e l’ordinanza, pubblicata il 27 marzo. E già qui per precauzione si poteva avvisare la popolazione del rischio potenziale, perché ciascuno potesse in coscienza decidere se procedere o meno nell’uso dei pozzi Ma il comunicato alla stampa è arrivato solo il 2 aprile. Questi ritardi non sono giustificabili, tanto più che venerdì 29 marzo il sindaco Zattini e l’assessore Petetta hanno commentato con la stampa l’attività dei 5 anni di mandato dell’assessore. Due giorni dopo l’ordinanza assessore all’ambiente e Sindaco, di fronte alla stampa, non hanno ritenuto utile segnalare una ordinanza urgente a tutela della salute pubblica?» si domanda Alessandro Ronchi candidato Alleanza Verdi e Sinistra.
«I tecnici di Arpae dicono che si tratta di un problema serio, che la falda è compromessa e che la soluzione non sarà rapida. Nella riunione di mercoledì sera è stato riferito che non ci sarebbero abbastanza fondi per fare le analisi di tutti i pozzi, e che non si procederà con le verifiche nei pozzi privati. Ritengo che il Comune possa e debba assolutamente trovare le risorse per procedere immediatamente alla verifica della presenza di trielina in tutti i pozzi registrati, e si verifichi se non è già stato fatto anche l’eventuale presenza nelle falde più profonde. Anche se speriamo che l’Amministrazione comunale metta un contributo e si attivi su questo fronte, come Alleanza Verdi e Sinistra ci prendiamo l’impegno a seguire la problematica e a trovare le risorse per coprire i costi delle verifiche, da pubblicare con trasparenza nel sito del Comune. Ritengo sia necessario avere tutti i dati possibili per circoscrivere con più precisione il problema e avere una mappa delle concentrazioni, per avere maggiori possibilità di trovare il responsabile dello sversamento dell’inquinante, che deve coprire i costi della bonifica. Se l’individuazione della fonte risulterà impossibile occorrerà prevedere la copertura dei costi della bonifica o trovare una soluzione alternativa che permetta ai cittadini di far fronte ai costi dell’utilizzo di fonti alternative per irrigare orti, terreni e l’abbeveramento degli animali» conclude Alessandro Ronchi.