«Leggo le dichiarazioni del centrodestra comparse sulla stampa e trasecolo. Capisco il nervosismo e la paura di perdere, per aver inanellato una serie di insuccessi, tra pensiline distrutte, basamenti di monumenti demoliti il giorno dopo la costruzione, palchi montati e scomparsi nell’arco di una notte, problemi con le fognature, ma tutto ha un limite. Definire i propri avversari sinistri, con un giochino da bimbi delle materne, dimostra quanto siano maldestri coloro che utilizzano questi termini. Imbarazzante poi continuare la manfrina sugli errori dei sindaci di centrosinistra. Perchè tutte le classifiche dicevano che la qualità della vita era migliore prima dell’arrivo di Zattini. Che oltre alle luminarie ha fatto ben poco, per Forlì. A meno che i duelli a colpi d’accetta non rientrino nell’idea di ravvivare il centro storico con giochi gladiatori» sono le parole di Lodovico Zanetti candidato al consiglio comunale per il Partito Democratico.
«E probabilmente all’esponente della destra che accusa la sinistra di strumentalizzare la grandinata deve essere sfuggito cosa dicevano i suoi colleghi in consiglio quando un analogo evento anche se meno impattante, nel 2018 allagò corso Mazzini. Noi siamo un esempio di critica costruttiva, loro no, e respingiamo al mittente le accuse di strumentalità. E al consigliere che si prende il merito di aver aumentato il Q.I. della sinistra posso solo rispondere citando Flaiano “l’insuccesso gli ha dato alla testa”» insiste il candidato consigliere Dem.
«Anche perchè, al netto di una diga, cosa che noi abbiamo già fatto da anni, l’altra proposta che ho letto sui giornali, fatta da un candidato leghista, è la riapertura delle case chiuse. E su questo, per questioni di stile, mi astengo da facili battute. Semplicemente, l’8 e il 9 giugno la scelta degli elettori è tra una destra confusa e senza programmi, capace solo di dare colpe agli altri dei propri insuccessi, e un programma e una idea di futuro che propone la sinistra. Forlì di questo ha bisogno di un ritorno al futuro, quello disegnato, appunto, da 50 anni di buon governo» conclude Zanetti.