“Proporre la costruzione di una nuova diga, ad un anno dall’alluvione, con migliaia di frane attive in ogni vallata forlivese e un territorio sconvolto nella sua orografia, è la lampante dimostrazione che Zattini non ha minimamente compreso che l’emergenza climatica è un’urgenza che va affrontata con serietà e competenza, col supporto di strutture tecniche dedicate, e non può essere oggetto di facili slogan elettorali. Probabilmente, dopo l’infelice uscita sui ‘50 anni di disastri della sinistra’ e la frettolosa e goffa marcia indietro in cui ha lodato i sindaci che lo hanno preceduto, Zattini si è reso conto che nel confronto con loro non esce certo bene”. Intervengono sul tema i candidati al consiglio comunale della Lista del Partito Democratico Andrea Canali, Maria Teresa Vaccari (nella foto) e Moreno Zoli.
“Per cosa possiamo ricordare Zattini infatti? Quasi tutto quello che ha inaugurato o portato a termine è frutto di progetti che partono da lontano, come lui stesso ha ammesso. Cosa ha fatto di originale Zattini? Quale progettualità sul lungo termine ha portato per Forlì e il territorio Forlivese? A un mese dal voto annuncia la volontà di costruire nientemeno che una nuova diga, con una pericolosa fuga in avanti rispetto al grande lavoro che stanno eseguendo i tecnici di Romagna Acque, e che devono essere lasciati liberi di svolgere il loro lavoro senza alcuna ingerenza politica. Gli abitanti di Forlì, ma in generale la Romagna tutta, non meritano di essere presi in giro su un tema così importante. In una Romagna che ha drammaticamente toccato con mano le conseguenze del cambiamento climatico, che ha attraversato crisi idriche che hanno colpito duramente il settore agricolo e le alluvioni che hanno messo a dura prova le comunità locali, è giunto il momento di una riflessione seria e di azioni concrete da parte di tutte le istituzioni coinvolte” proseguono i candidati dem.
Quali soluzioni si possono proporre quindi? Canali, Vaccari e Zoli non hanno dubbi: “La crisi idrica è un problema attuale che richiede interventi tempestivi, Forlì e la Romagna non possono affrontare ancora tra i 20 e i 30 anni senza interventi a medio termine. L’agricoltura rappresenta circa il 70% della totale richiesta idrica del nostro territorio, è fondamentale investire nel breve termine sul riuso dell’acqua reflua depurata per questo settore, con immissione nei canali agricoli: questo porterebbe, per il solo territorio forlivese, ad un risparmio di oltre 5 milioni di mc di acqua all’anno, garantendo una maggiore disponibilità idrica sia agli agricoltori, che ai cittadini del nostro territorio, senza aspettare decenni. Prima di pensare a nuovi invasi è necessario investire sul risparmio, con un’ottimizzazione della rete di trasporto. Ma soprattutto non possiamo affrontare questa sfida da soli. È essenziale un approccio sinergico tra i Comuni della Romagna, dalla pianura alla collina, considerando i cambiamenti del territorio causati anche dall’ alluvione di un anno fa e lavorando insieme per trovare soluzioni a medio/lungo termine, col supporto delle strutture tecniche dedicate”.
“Guardiamo con orgoglio all’eredità degli amministratori che hanno creato la Diga di Ridracoli e la Società delle Fonti. La loro visione di solidarietà ed unità nel governo del territorio deve guidare le nostre azioni di fronte a sfide inedite, esattamente il contrario di quanto fatto negli ultimi 5 anni dall’amministrazione Zattini, isolando la città all’interno della Romagna. In questo momento critico, non possiamo permetterci improbabili fughe in avanti esclusivamente strumentali. Chiediamo un impegno serio e pragmatico per affrontare la crisi idrica, non è con gli slogan che l’acqua uscirà dai nostri rubinetti” chiudono in candidati.