Il PD Forlivese si è riunito, nella serata di ieri alla Taverna Verde, nell’ambito delle assemblee territoriale e comunale congiunte, convocate per un primo confronto dopo il voto amministrativo ed europeo. Tanti i contributi degli iscritti, alla presenza del Segretario regionale del Pd, Luigi Tosiani, dopo gli interventi dei segretari Gessica Allegni e Michele Valli. Presenti anche i sindaci neo eletti o riconfermati, tra i quali Jader Dardi e Ilaria Marianini, consiglieri comunali e candidati alla carica di sindaco, a partire da Graziano Rinaldini. Ha iniziato Gessica Allegni: “Abbiamo l’esigenza di capire cosa è accaduto nello scarto tra il voto europeo e quello amministrativo. È stato il passaggio il più largo e partecipato possibile dentro al partito, per un confronto su quanto è accaduto e anche per prepararci a nuove sfide che sono alle porte, a partire dalle prossime elezioni regionali”.
“Dopo un’analisi a livello nazionale che ha segnato un risultato ben al di sopra della soglia psicologica del 20%, facendo guadagnare al PD oltre 250.000 voti rispetto alle politiche – Allegni prosegue – sul territorio, oltre al Comune capoluogo, sono andati al voto amministrativo 10 Comuni e, anche in quelli in cui non abbiamo vinto le amministrative e dove si riconferma la compagine di destra o afferente al quel campo, il Partito Democratico cresce. E cresce quasi sempre, in termini percentuali, sia rispetto alle europee del 2019, sia rispetto alle politiche del 2022. In 6 Comuni (Forlì compresa) siamo il primo Partito, in alcuni casi con dati significativamente superiori alla media regionale e provinciale, arrivando in alcuni di questi al 38% (Bertinoro, Forlimpopoli) o addirittura al 40, come a Santa Sofia”.
Su Forlì Allegni afferma: “Non voglio cercare giustificazioni, perché una sconfitta è una sconfitta, e dovremo capire cosa non ha funzionato, ma voglio rivendicare il grande lavoro che è stato fatto e che ci ha visti agire come una vera comunità politica, facendo recuperare a tanti una fiducia che non era più scontata. Non è bastato, ma senza questo presupposto saremmo andati incontro ad una sconfitta ben più pesante, mentre siamo arrivati ad un passo da un ballottaggio che avrebbe potuto cambiare decisamente le sorti della città”.
Nell’assemblea sono stati analizzati i punti di criticità, ma è emerso come la rinnovata unità del partito ed il capitale umano che è sbocciato durante questa tornata elettorale, non vada assolutamente disperso. “Se devo pensare a cosa ci è mancato, forse due cose in particolare: un po’ di fiducia in più, in noi stessi, nella possibilità reale di cambiare un destino che sembrava segnato e poi una visione tangibile del futuro, capace di creare un’onda anche emotiva che scardinasse l’immagine di una amministrazione del fare, un fare senza prospettiva, senza spinta al cambiamento, volto ad accontentare l’elettorato e al consenso facile e immediato. Quando dico che non abbiamo niente da recriminarci non intendo dire che non abbiamo sbagliato nulla, sarebbe un atteggiamento miope ed autoassolutorio che non fa parte del mio modo di intendere la politica. Ma intendo dire che è stato fatto un lavoro straordinario, di ricostruzione di relazioni politiche e umane, una campagna costruita sul rapporto con le persone, il porta a porta, le piazze, le strade, le fabbriche, i luoghi di aggregazione. Perchè abbiamo mobilitato cittadini in tutti i quartieri, che hanno riscoperto la voglia di far parte di una squadra. Ora dobbiamo ripartire, dal gruppo consiliare, coinvolgendo anche chi non è stato eletto, in un rapporto stretto col partito per fare di questi 5 anni un periodo di costruzione e di semina futura. Dobbiamo lavorare a tutti i livelli e in tutti i Comuni, per la costruzione di classi dirigenti, che non si improvvisano, ma per le quali serve formazione, pratica dell’ascolto, studio e soprattutto continuare a stare in mezzo alle persone, anche a chi non la pensa come noi, per risultare credibili e attenti ai bisogni della nostra comunità” conclude Allegni.
Michele Valli (nella foto il secondo da sinistra) ha sottolineato poi come, a Forlì e nel territorio “il Pd avesse bisogno di persone disposte a giocare la partita consapevoli del fatto che il risultato è tutt’altro che semplice ma anzi molto duro da ottenere, ma puntando comunque al miglior risultato possibile. Nonostante la sconfitta continuiamo a lavorare insieme per costruire un percorso condiviso. Sarà fatta un’analisi del voto puntuale nei nostri organismi, non per trovare colpevoli o capri espiatori perché i forlivesi non si aspettano questo da noi ma per costruire il futuro. Dobbiamo ripartire da ciò che di buono è stato fatto, tra i consiglieri eletti ci sono giovani che hanno ottenuto ottimi risultati: il nuovo gruppo consiliare deve tenere un filo diretto con il Partito, affrontando tematiche importanti e condivise. Tutti ci hanno riconosciuto che negli ultimi mesi siamo stati in mezzo alle persone, dobbiamo farlo per 5 anni, per elaborare soluzioni per la cittadinanza”.