«Le informazioni riguardanti le possibili conseguenze dello sbancamento effettuato nel cantiere commerciale di via Ravegnana (inserito solo successivamente agli originari permessi del 2018) e la situazione dei pozzi inquinati di Carpena sono solo due esempi inquietanti. In una intervista del 9 maggio scorso il direttore di Confesercenti, Giancarlo Corzani, poneva l’attenzione, fra le altre cose, all’imponente sbancamento sotterraneo realizzato appunto nel cantiere di prossima occupazione commerciale di via Ravegnana. Questo sembra infatti essere stato costruito a ridosso di una zona attenzionata dal punto di vista idraulico e sismico visto che proprio in quell’area vi è la presenza di una falda attiva a pochi metri di profondità, falda che già negli anni precedenti aveva creato dubbi e problemi ai residenti e alla costruzione di abitazioni civili.
Viste le conseguenze della scorsa alluvione e la facilità con la quale i sempre più frequenti episodi di instabilità climatica si stanno verificando, un’opera di questo tipo ha tenuto in considerazione tutte le variabili in essere?» si domanda il Comitato NoMegastore di Forlì.
«Variabili che devono obbligatoriamente aver tenuto conto anche delle cementificazioni nel frattempo realizzate di Formì e di quelle di futuri altri 6.000 mq nella zona tra la via Ravegnana e via Zampeschi. E quella falda, dove è presente uno scorrimento d’acqua effettivo, potrebbe correre il rischio di causare col tempo un avanzare della subsidenza e il generare problemi ai residenti, alle strutture nel frattempo realizzate o allo stesso territorio? Per non parlare poi di Carpena, dove i cittadini, poco informati e con tanti dubbi, hanno chiesto aiuto all’Amministrazione per poter avere chiarimenti e rassicurazioni. Richiesta palleggiata poi in modo irresponsabile, soprattutto se pensiamo che qui si sta parlando di un tema come quello della salute per il quale il sindaco è di fatti la massima autorità locale. E si parla di salute, perché quando i limiti della trielina presente nell’acqua superano di sei volte quelli consentiti, non è più il capriccio di un quartiere, ma una emergenza da gestire scendendo accanto ai cittadini e condividendo un percorso informativo e tutelante. Servono risposte da parte dell’Amministrazione e noi del NoMegastore le richiediamo a grande voce. Anche perché la campagna elettorale non può essere l’alibi per mascherare il non fare e nascondersi dietro un dito, ora più che mai, è oltre che offensivo, anche pericoloso» concludono.