«Nel 1953 Gio Ponti, uno dei maggiori architetti italiani dell’epoca, fu incaricato della progettazione dell’Hotel della Città. L’Amministrazione comunale del tempo e Aldo Garzanti, editore e mecenate, decisero per la costruzione di un centro di ospitalità per artisti, studiosi, scienziati e letterati che avessero primeggiato nelle loro discipline o che semplicemente fossero bisognosi di sostegno economico. Un’opera di architettura eccelsa che è anche una “gemma” culturale e sociale, un progetto avveniristico che permise alla città di confrontarsi con artisti, scienziati e letterati.
Nel 2007, per celebrare i 50 anni dalla sua costruzione, questo straordinario complesso fu oggetto di svariati protocolli di intesa, convegni, seminari di studi internazionali, mostre, fu modello e cantiere di ricerca e conoscenza per individuare modalità e strategie di restauro dell’architettura contemporanea. È stata dunque intrapresa l’azione di analisi e conoscenza indispensabile per il riconoscimento di valore e per progettare adeguati interventi di recupero. In quello stesso anno l’importanza dell’Hotel della città è stata riconosciuta e ufficializzata con apposito decreto di tutela dal Ministero della Cultura.
Tuttavia la “Tutela” non è sufficiente, se chi ne detiene la proprietà non ne riconosce il valore e non attua opportune strategie di conservazione e valorizzazione. L’Hotel della Città, di cui il Comune di Forlì ha acquisito da qualche anno il diritto di superficie per 50 anni grazie a un accordo da 1,7 milioni di euro con la Fondazione Garzanti, si trova ancora in un preoccupante stato di degrado e abbandono, irrispettoso dell’importanza architettonica e culturale dell’edificio.
Dopo i parziali interventi di restauro (2003/2005, 2009/2015) all’interno dell’Hotel, nel 2020 è stato avviato il recupero dell’annesso “Centro studi” per ripristinare i danni dovuti a infiltrazioni d’acqua piovana. In tale occasione le due aule presenti all’interno sono state dotate di un nuovo impianto audio video, con un cospicuo impiego di risorse pubbliche. Il loro utilizzo, di giorno per lezioni universitarie e di sera per incontri culturali delle associazioni, è stato tuttavia limitato a un periodo breve e discontinuo e sono da lungo tempo chiuse.
In questo quadro è dunque legittimo chiedere chiarimenti su tempi e modalità dell’intervento che si prevede di compiere su un edificio di tale valore, visto che ad oggi non è dato conoscere il progetto di restauro che dovrà convertire questi spazi in una sede residenziale a uso universitario».
Paola Mazzitelli funzionario Architetto Direttore Coordinatore Ministero dei Beni Culturali fino al 2013 e Luca Massari fotografo professionista di architettura e beni culturali