“Un fortissimo ‘grazie’ ai forlivesi che hanno votato con la testa e con il cuore premiando per la seconda volta il sindaco Gian Luca Zattini, persona perbene e intelligente che sostengo fin dalla sua prima candidatura. Primo cittadino integerrimo, Zattini è stato capace di assumersi responsabilità e di dire la verità ai cittadini in ogni occasione. Esattamente il contrario di tanti amministratori e candidati del Pd e della sinistra che non hanno esitato a fomentare l’elettorato anche con strumentalizzazioni senza basi attendibili. Forlì è ormai una città ‘liberata’ dal dominio del Pd, come tante altre località romagnole a guida centrodestra. Mancano purtroppo all’appello altri centri importanti della Romagna che da decenni sono amministrate da maggioranze bulgare, dove chi parla di cambiamento e di democrazia dell’alternanza è considerato un pericoloso eversivo. Certo sono gli elettori a votarle, ma non è semplice competere ad armi pari con forze politiche e sociali che hanno potuto rafforzare nel tempo reti consolidate di potere. Ma noi non ci scoraggiamo e anzi crediamo di fare un vero servizio ai cittadini continuando a parlare di democrazia, di alternanza e di libertà di fronte a queste vere e proprie forme di regime”. Così in una nota il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.
“Ricordo che in provincia di Forlì-Cesena il centrodestra ha conquistato Premilcuore, con il sindaco leghista Sauro Baruffi, e che abbiamo riconfermato i sindaci a Portico di Romagna, Maurizio Monti, a Predappio Roberto Canali, a Borghi Silverio Zabberoni, a Civitella Claudio Milandri, mentre il sindaco di centrodestra Marco Valenti è stato eletto per la prima volta a Rocca San Casciano. Come Lega stiamo già impostando l’attività futura per i prossimi appuntamenti e per la madre di tutte le battaglie, quella di poter insediare, dopo 53 anni, una Giunta di area politica alternativa alla sinistra in Regione Emilia-Romagna. Ci preoccupa, infatti, un Pd che sta scivolando sempre più in una deriva radicale e massimalista che ripropone con inusitata aggressività temi fuori dal tempo e dalla realtà, mentre appare definitivamente affossata l’area riformista anche con la ‘fuga’ di fatto di Stefano Bonaccini a Bruxelles” conclude Morrone.