Rinnoviamo Forlì: “Difendere la città dai futuri eventi alluvionali”

Rinnoviamo Forli

Il Comune non ha mosso una foglia per coordinare l’attività in loco dei tecnici degli altri enti interessati né durante né dopo l’alluvione. Poche informazione, confuse ed incerte, nessuna task force creata. Incomprensibile ed assurda la mancanza di coordinamento con gli enti locali. Rileviamo con sgomento che non ci sono da parte del Sindaco e della Giunta idee e indicazioni rispetto al delicato argomento del riassetto idrogeologico, neppure sulla volontà di aggiornare la pianificazione attuale con un nuovo PUG e relativa Strategia per la qualità Urbana ed Ecologico Ambientale (SQUEA)” è il commento di Michele Fiumi portavoce della lista Rinnoviamo Forlì.

Il portavoce di RinnoviAmo ha poi proseguito: “Possibile che si continui a sostenere che il sistema fognario di questa città è tutto ok, quando ad ogni temporale un po’ intenso si allagano di nuovo interi strade e quartieri? Perché nel piano degli investimenti non ci sono soldi per adeguare il sistema fognario fatiscente e superato? Perché non si è ancora provveduto dopo un anno ad adeguare il Piano di Protezione civile ed Emergenza?” Fiumi ha poi chiuso il proprio intervento sottolineando, una volta di più, le manchevolezze e le carenze mostrate dalla giunta e mostrando una serie di proposte concrete per questo delicato tema. Tra queste, annoveriamo: la creazione di un assessorato alla ricostruzione e di una task force di tecnici comunali per monitorare le decisioni rispetto alle opere pubbliche necessarie, il censimento delle persone ancora fuori casa (con supporto economico del comune a chi non ha i soldi per rientrare a casa), l’implementazione di un nuovo piano di protezione civile e di emergenza. Abbiamo poi: l’adeguamento del piano urbanistico (con diminuzione del carico antropico sulle zone colpite), la creazione di un ufficio comunale che svolga ruolo di coordinamento informativo ed una raccolta fondi comunale ad hoc per le vittime.

Stefano Orlandini interviene sulle cifre del disastro dell’alluvione. “Un’analisi dettagliata dell’evento è necessaria per comprendere gli effetti sui sistemi geologici e fluviali. Non sorprendono la risposta geologica dei versanti montani, mossi a causa dell’appesantimento e per la loro ridotta resistenza allo scorrimento, ma il collasso di 23 argini non è completamente giustificato dalle risposte idrologiche dei bacini idrografici. Anche considerando che una piena che dura nel tempo può causare il collasso degli argini per eccesso di saturazione. L’evento, in definitiva, non giustifica interamente l’insufficienza idraulica diffusa dei corsi d’acqua. L’analisi delle frazioni di precipitazione che contribuiscono alle piene fluviali conferma il ruolo decisivo delle precipitazioni antecedenti. Le portate osservate, per quanto rare, dovrebbero essere smaltite in un territorio dotato di un livello di mitigazione ottimale del rischio idraulico. Orlandini ha concluso il proprio intervento con una preciso appello: “L’evento della Romagna impone in definitiva la necessità di riaccreditare le conoscenze idrologiche e idrauliche nel nostro Paese al fine di assicurare la stabilità dei sistemi geologici e fluviali rispetto agli eventi estremi”.

Andrea Nardini aggiunge: “Occorre rinunciare alla pericolosa chimera di cercare la sicurezza attraverso opere idrauliche; dobbiamo puntare a ridurre il rischio cercando un bilanciamento con gli enormi costi. Ridurre la pericolosità, ma non con opere che aumentino la già notevole fragilità, bensì potenziando la capacità di ritenzione diffusa del bacino“. Nardini propone un ampio corridoio fluviale, abbinato alla riforestazione dei bacini, più che un investimento in casse di espansione. Ciò non sarebbe, però, sufficiente. “Dobbiamo intervenire anche in città perché è naïf pensare che l’acqua non ci andrà. Questo significa soprattutto ridurre la nostra vulnerabilità: adattarsi verso vere idro città” ha sottolineato Nardini. L’esperto ci ha tenuto anche a precisare come questo cambiamento non debba essere “calato dall’alto”, indicando come debba essere frutto di un’alleanza-processo con tutti gli attori del territorio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *