«Oggi le funzioni di un ospedale moderno sono deputate alla diagnosi e cura con trattamenti medici, chirurgici, specialistici degli stati morbosi acuti che necessitano di ricovero, di attività di alto livello o di elevata complessità operativa e tecnologica. La pandemia Covid, però, ci ha dimostrato la necessità assoluta di una sempre maggiore integrazione tra l’assistenza ospedaliera e quella territoriale attraverso l’attivazione di reti e percorsi di presa in carico e di continuità assistenziale, generando integrazione organizzativa, professionale e sociosanitaria. La sanità non può sottrarsi al riorientamento dei servizi che passano dalla produzione e valutazione di singole prestazioni per le persone malate, alla soluzione delle richieste di salute dell’intera popolazione servita, dalla cura della malattia all’assistenza centrata sui bisogni e sul mantenimento dell’autonomia delle persone, dalla frammentarietà delle specializzazioni alla globalità dell’approccio alla persona» sono le parole di Sauro Urbini candidato consigliere nella lista RinnoviAmo Forlì a sostegno di Rinaldini sindaco.
«D’altra parte i cittadini non accettano più, né devono accettare, servizi frammentati, disgregati, senza unitarietà né continuità. Si aspettano, invece, sempre di più, di poter usufruire di un unico punto di “presa in carica” che li conduca all’interno di un percorso di continuità delle cure, anche se fornite da strutture sanitarie diverse, e spesso integrate coi servizi sociali comunali, poiché frequentemente la fragilità complessiva del paziente lo richiede. Tutto ciò è peraltro fondamentale per le patologie croniche, sempre più diffuse, di frequente invalidanti e che necessitano di lunghe assistenze appropriatamente erogabili dai servizi territoriali. In tale contesto appare indispensabile sia il coinvolgimento del medico di medicina generale sia dei servizi sociali comunali e delle associazioni di volontariato. Da tutto questo si desume l’importanza della medicina territoriale, di prossimità, di comunità, del ruolo dei medici di medicina generale, dei servizi di riabilitazione, dei servizi per disabili del territorio, tutte strutture organizzative che in gran parte dipendono dalle scelte del distretto socio-sanitario e dei piani di zona (di competenza questi delle Amministrazioni Comunali)» insiste Urbini.
«Non dimentichiamo che il sindaco è l’autorità sanitaria locale responsabile delle condizioni di salute della popolazione del suo territorio. Deve, quindi, insieme agli organi dell’Asl, concorrere ad individuare i bisogni sociali, socio-sanitari e sanitari della comunità, verificare l’andamento dell’attività sociale e sanitaria, contribuire alla definizione dei piani programmatici, coordinare l’integrazione fra servizi sociali e servizi sanitari, prendere provvedimenti per le condizioni ambientali che possono nuocere alla salute e informare la popolazione dei rischi. Tutto ciò è possibile se l’attenzione a tali aspetti risulta costante e se la presenza della Amministrazione comunale nelle sedi decisionali è assidua. L’esatto contrario di quanto accaduto fino ad ora. Nel programma della lista “RinnoviAmo Forlì” viene precisato con puntualità in quali modi sia possibile fattivamente realizzare davvero un miglioramento della sanità forlivese» conclude Sauro Urbini.