Europa Verde: “Due nuove dighe in Romagna? Una boutade agostana”

Alessandro Ronchi e Cristina Mengozzi Europa Verde

«L’onorevole Bonguerrieri continua a fare dichiarazioni su temi cruciali come l’alluvione, le sue cause e le misure necessarie per mitigare i rischi in una regione fragile come la nostra. L’ultima proposta avanzata è la costruzione di due nuove dighe a Quarto e a Castrocaro. Purtroppo, senza alcuno studio preliminare, analisi ambientale o verifica di fattibilità, questa proposta è stata approvata tramite un ordine del giorno dai suoi sostenitori al governo, evidenziando ancora una volta la natura propagandistica delle sue iniziative. È opportuno ricordare che progetti di tale portata richiedono una pianificazione rigorosa, che tenga conto di tutti i fattori in gioco, a partire da quelli ambientali. Attualmente, i gestori del servizio idrico della Romagna stanno sperimentando, come richiesto da Europa Verde – Verdi da oltre un decennio, il riuso delle acque reflue dei depuratori. Queste acque, adeguatamente trattate, potrebbero fornire milioni di metri cubi di acqua per vari utilizzi, contribuendo significativamente alla gestione idrica senza la necessità di nuove dighe» è il commento di Cristina Mengozzi e Alessandro Ronchi Europa Verde Verdi Forlì-Cesena.

«Inoltre, è previsto l’utilizzo delle acque dei grandi bacini di cava del Riminese, una proposta verde in campo da 30 anni. Queste alternative sostenibili e già in fase di implementazione, dimostrano che esistono soluzioni efficaci e meno impattanti rispetto alla costruzione di nuovi invasi. L’affermazione che le nuove dighe servirebbero a laminare le piene è priva di fondamento. Infatti, per svolgere questa funzione, gli invasi dovrebbero essere mantenuti vuoti, compromettendo così la loro capacità di approvvigionamento idrico. La questione idrica della Romagna è complessa e richiede soluzioni basate su solide conoscenze tecniche e scientifiche, non su slogan propagandistici. Il lago di Quarto, ad esempio, nato da una frana sul Savio, richiede interventi di rimozione dei sedimenti accumulatisi nel tempo, e non la costruzione di una nuova diga. Le dichiarazioni della deputata non tengono conto delle specificità locali e delle soluzioni già in atto, dimostrando che ha evidentemente ascoltato le sirene dei cavatori non rassegnati all’idea che nei sedimenti non ci sia ghiaia o sabbia, come certificano i carotaggi, oltre ad una superficialità preoccupante: ci spieghi dove vorrebbe stendere i milioni di metri cubi di terra da scavare per ricavare lo spazio per accumulare l’acqua. La Romagna ha sviluppato una cultura tecnica e scientifica solida e consolidata che rende ridicole e prive di senso proposte estemporanee come quelle avanzate dall’onorevole Bonguerrieri. Queste due nuove dighe nel Cesenate e nel Forlivese non sono altro che una boutade estiva priva di basi concrete» concludono Mengozzi e Ronchi.

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