«Sono passati più di 10 mesi dall’approvazione della Legge Regionale del 3 ottobre 2023 “Misure urgenti a sostegno delle comunità e dei territori della regione Emilia-Romagna colpiti dai recenti eventi emergenziali” con la quale, si demandava alla Giunta Bonaccini di stabilire tempi, modalità e criteri di ripartizione delle donazioni raccolte dopo l’alluvione del maggio 2023 e in totale sono oltre 14 i milioni destinati a famiglie e persone in difficoltà e abitazioni a rischio esondazione non ancora erogati. Annunciati ma mai arrivati i 5 milioni derivanti dalla raccolta fondi per gli alluvionati e destinati a favorire il superamento di situazioni di fragilità economica e sociale di famiglie romagnole colpite dalla tragedia del maggio 2023. I soldi, dopo più di dieci mesi, sono ancora nelle casse della Regione». A darne l’annuncio è il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli che spiega di aver “più volte sollecitato gli uffici di viale Aldo Moro per capire le ragioni di questa impasse” ed essere alla fine costretto a “denunciare una situazione gravissima”.
“Inizialmente, questi 5 milioni erano stati ripartiti tra i Comuni alluvionati in quota fissa e in misura proporzionale alle domande di CAS e alla numerosità delle frane censite dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile con delibera di giunta del 27 novembre scorso. Poi, tutto si è bloccato e nelle casse dei Comuni colpiti dagli eventi alluvionali del maggio 2023 non è mai arrivato nulla. In alcuni casi – spiega Pompignoli – si parla di cifre importanti. A Forlì, ad esempio, sarebbero dovuti arrivare 373.240,31 €, a Faenza 561.626,63 €, a Modigliana 121.952,25 €, a Ravenna 420.278,27 €, a Predappio 144.659,50 €, a Cesena 139.407,48 €, a Conselice 379.403,31 €. Per i Comuni montani, soprattutto, queste risorse possono fare la differenza nel percorso di ripartenza e sostegno alle famiglie alluvionate”.
Secondo quanto contenuto in delibera, le azioni finanziabili da parte dei Comuni con questi fondi sarebbero state le seguenti; erogazione contributi economici, sostegno al pagamento di affitto e utenze, attivazione prestiti sull’onore, erogazione buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari o beni di prima necessità, attivazione forme di sostegno socioeducativo, attivazione forme di sostegno alle attività scolastiche e formative, realizzazione di altre opportune misure di supporto e accompagnamento alle situazioni di fragilità o disabilità.
“Tutte cose che i Comuni non hanno potuto fare perché non hanno ricevuto nemmeno un euro di queste risorse che, peraltro, derivano dalla generosità di migliaia di cittadini, associazioni e imprese che hanno aderito alla raccolta fondi avviata dalla Regione Emilia Romagna a favore dei territori alluvionati. A conti fatti, quindi, gli unici ristori arrivati nelle tasche delle famiglie sono quelli delle auto, anch’essi derivanti dalle donazioni” insiste Pompignoli.
Non pervenuti nemmeno gli oltre 9,8 milioni annunciati in fretta e furia a giugno dall’assessore al bilancio, Paolo Calvano, per l’acquisto di prodotti per l’autoprotezione da collocare in adiacenza a porte o finestre delle abitazioni destinati a prevenire l’ingresso di acqua, fango e liquami in caso di alluvioni o altri eventi metereologici straordinari.
“Nemmeno queste risorse sono arrivate alle famiglie alluvionate della Romagna – conclude Pompignoli che sottolinea come in questo caso non “sia stato pubblicato nemmeno il bando. Vale la pena sottolineare che anche questi soldi fanno parte dell’ammontare complessivo derivante dalla raccolta fondi avviata proprio dalla Regione Emilia-Romagna per aiutare chi ha perso tutto durante l’alluvione del maggio 2023. In totale, parliamo di quasi 15 milioni di erogazioni liberali mai arrivate ai legittimi destinatari. Il risultato è che a essere presi in giro sono stati, ancora una volta, alluvionati e benefattori”.