I furbetti del bidoncino

controlli Alea Ambiente e Polizia Locale

La gestione dei rifiuti nel nostro Paese, molto spesso, mostra limiti gestionali legittimamente criticabili ma, e qui c’è un ma grande come una casa, il comportamento di molti, troppi, cittadini riguardo alla differenziazione dei rifiuti mostra limiti della coscienza civile che spesso ci distinguono nel mondo. D’altronde l’”homo Italicus” spesso non è in grado di spegnere le sigarette nei portacenere. Ma non è su questo aspetto che voglio porre la vostra attenzione, ma bensì sul controllo delle autorità pubbliche locali rispetto ad alcuni comportamenti che in altri paesi del nord Europa incontrerebbero una reazione.

Se per l’abbandono dei rifiuti edili sotto i ponti la risposta della mancata consegna ad una delle tante isole ecologiche è che chi abbandona lo fa perché lavora in nero e quindi non può portare quei rifiuti nei luoghi preposti al recupero o allo smaltimento, per i rifiuti solido urbani lasciati per strada o accanto ai bidoni stradali da parte di alcuni umanoidi, la risposta è ancor più semplice. A Gatteo Mare da un po’ di tempo, o meglio dopo l’introduzione del porta a porta, spuntano nei bidoni stradali sacchi di rifiuti che invece sono da utenza domestica. Perché ciò accade? Qualche appartamento non ha ancora ritirato i bidoni? Difficile credere ciò. Qualche garage trasformato abusivamente in monolocale e dato in affitto a lavoratori stagionali? Qualche cambiamento abusivo di destinazione d’uso in barba alle regole rispettate dagli sciocchi? Qualche appartamento diviso in due e subaffittato?

Questo fenomeno, in nord Europa farebbe scattare subito una spia, in Olanda per esempio, aprono e frugano nei sacchetti nel tentativo di trovare una traccia che possa aiutare il “controllore” a determinare la provenienza di quel sacco per strada. Di fronte all’inciviltà gli organi pubblici reagiscono. I sacchetti con rifiuti solidi urbani abbandonati nei bidoni stradali, dovrebbe quindi imporre all’autorità comunale di controllare perché ciò avviene.

Un controllo incrociato in zona delle utenze o quello dei garage trasformati in tavernetta, gli affitti stagionali modello “ostello della servitù” potrebbero essere una prima reazione al problema. Ma anche coinvolgere i cittadini di quell’area affinché si possa scoprire perché ciò avviene e da parte di chi. Sperando che l’omertà romagnola non prevalga, perché in una località turistica, il decoro e la gestione dei rifiuti sono fondamentali, e siamo tutti sulla stessa barca.

Giorgio Venturi

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