All’indomani di un rilevante inquinamento microbiologico causato dallo sforamento dei limiti di legge per 3 specchi d’acqua balneabili a Cesenatico, non poteva mancare il solito atto di prostituzione intellettuale sulle pagine di un importante quotidiano locale. La gravità, oltre alla disinformazione offerta, sta nel fatto di continuare a mantenere in coma assistito il lettore su un problema di grande interesse pubblico. Lo sforamento ai lati del canale Mesolino per gli Escherichia coli è stato di oltre 24 volte i limiti di legge e quello nello specchio d’acqua a nord del Porto Canale di oltre 5.
Il piccolo ma evidenziato articolo de “Il Resto nel Camino”, è una vera chicca ed andrebbe studiato ai corsi di giornalismo su come mantenere intatto il segreto di pulcinella. L’inizio del pezzo promette molto bene: “Come previsto ieri è rientrato il divieto di balneazione”, in realtà non è mai previsto, i fatti documentali presenti nel sito di Arpae dimostrano che a volte anche il secondo prelievo risulta fuori norma. Sono decine e decine i casi che hanno mantenuto la concentrazione di batteri fecali oltre i limiti perfino al terzo e a volte al quarto prelievo con la conseguenza di mantenere chiusa la balneazione per giorni.
Il ritorno alla normalità dipende dalle condizioni atmosferiche, se e da dove tira il vento e dalle correnti più o meno forti. Sono questi i fattori per i quali i batteri fecali si diluiranno nel mare presto o tardi. L’articolo prosegue con: “Le analisi effettuate da Arpae hanno infatti evidenziato che tutti i valori erano entro i limiti”. E qui il colpo di genio: “Non si tratta dunque di inquinamento ma di un fatto anomalo”. Quel “dunque” è un tocco di classe. Cioè se all’indomani i prelievi vanno bene, come spesso accade, l’inquinamento rilevato il giorno prima dai laboratori Arpae era quindi fittizio. Dunque aggiungo io, i periti chimici del laboratorio nel primo prelievo hanno pisciato nella provetta. Poi per aggiungere un tocco trascendentale al tutto, si aggiunge che aver rilevato batteri fecali la prima volta e non la seconda è un “fatto anomalo”, perché non è piovuto.
Certo la pioggia è la causa delle aperture degli scolmatori fognari, ma leggendo il profilo Arpa di quelle 3 acque abbiamo la conferma di un potenziale problema di inquinamento di breve durata, documentato nero su bianco nel paragrafo:” Identificazione fonte di inquinamento”. E comunque uno sforamento così elevato dovrà essere spiegato dagli organi responsabili, ed il giornalismo dovrebbe contribuire affinché ciò non passi senza spiegazioni. Sarebbe stato meglio precisare l’anomalia ed i dubbi legittimi raccontando però tutti i fattori: al canale Mesolino possono arrivare potenziali scoli inquinanti provenienti dal Porto Canale ma solo a Porte Vinciane chiuse, le misure preventive adottate dal sindaco confermato questo pericolo, le paratie del canale non sono state aperte ma ai lati è stata chiusa la balneazione perché l’organo dello Stato preposto al controllo, e non Paperino, ha rilevato batteri fecali in concentrazione elevatissima; infine pure lo specchio a nord del Porto canale, lungo 1800mt, ha rilevato batteri fecali 5 volte oltre i limiti, quindi?
Chi la notte precedente avrà portato gli Escherichia coli in quantità tale da inquinare e far sforare i limiti in 2km di mare? Ciliegina sulla torta è il dubbio finale che il cronista d’assalto somministra come Prozac al lettore: come è possibile un tale sforamento dei limiti dato che “le acque sono pulite e trasparenti”. Essendo inquinamento microbiologico, micro sta a significare non visibile ad occhio nudo, esattamente come l’articolo suddetto di microgiornalismo.
Giorgio Venturi