“Nella seduta di ieri la Camera ha votato un ordine del giorno da me presentato che impegna il Governo a valutare l’opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare i provvedimenti necessari alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del 18 settembre 2023 e al sostegno delle popolazioni locali, sulla falsariga dei provvedimenti già adottati per gli eventi sismici avvenuti a partire dal 2009”. Lo annuncia la deputata e responsabile del coordinamento regionale di Forza Italia, Rosaria Tassinari, che aggiunge: “In pratica il governo s’impegna a trattare il terremoto del 18 settembre 2023, che ha colpito l’Appennino romagnolo con epicentro Marradi e Tredozio, come gli altri sismi dell’Aquila e dell’Emilia del 2012. Ricordo anche che lo scorso 8 luglio la sottoscritta e i sindaci di Rocca San Casciano e di Tredozio, Marco Valenti e Giovanni Ravagli, siamo stati ricevuti a Roma dal ministro alla Protezione civile Nello Musumeci, per illustrargli la situazione e per sollecitare gli interventi del caso”. La Regione Emilia-Romagna ha chiesto ai Comuni i dati sui danni. Nell’ordine del giorno approvato dalla Camera. Tassinari ha raccontato la storia del terremoto “di magnitudo 4.9 della scala Richter, che ha colpito vari comuni dell’Appennino tosco-romagnolo all’alba del 18 settembre 2023, provocando circoscritti ma ingenti danni al patrimonio immobiliare sia pubblico sia privato, e l’inagibilità totale o parziale di vari edifici”.
Per Tassinari “l’evento calamitoso si è verificato a pochi mesi dall’alluvione, riattivando frane e dissesti nel territorio montano e pedemontano e provocando ulteriore disagio in territori nei quali già si sta riducendo il presidio antropico. Con la delibera del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2023 è stato dichiarato, per 12 mesi, lo stato di emergenza per eventi sismici nel territorio dei comuni di Brisighella in provincia di Ravenna, di Castrocaro Terme e Terra del Sole, di Modigliana, di Predappio, di Rocca San Casciano e di Tredozio in provincia di Forlì-Cesena e sono stati stanziati 6 milioni di euro per le esigenze più immediate. Con l’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile del 27 novembre 2023, il governo ha dato una prima risposta alle più pressanti situazioni di emergenza, a valere sulle somme individuate dalla delibera del 3 novembre, per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, e per le prime misure di assistenza per la popolazione, sulla base di un piano predisposto dal commissario delegato, individuato nel presidente della regione Emilia-Romagna. Questo provvedimento ha altresì previsto un primo stanziamento di somme per la realizzazione di interventi di ripristino del patrimonio edilizio privato, finalizzati al recupero dell’agibilità di alloggi adibiti a residenza principale, abituale e continuativa, oggetto di ordinanze di sgombero, fino a un massimo di 30.000 euro per unità immobiliare. L’Ocdpc prevede l’eventuale stanziamento di ulteriori risorse a valere sui fondi della Protezione civile, limitatamente alle sole questioni legate all’emergenza. Nulla è previsto rispetto alla questione della ricostruzione post-sisma”.
Tassinari sollecita anche che, “a distanza di otto mesi dal terremoto che ha interessato l’Appennino tosco-romagnolo, sono necessarie iniziative legislative in materia di ricostruzione post-sisma, anche al fine di non aggravare l’attuale situazione, poiché alcuni fabbricati gravemente lesionati sono direttamente adiacenti o aggettanti su aree pubbliche”. Conclude la deputata forlivese: “Quanto ai Comuni più colpiti: a Rocca San Casciano risultano totalmente inagibili alcuni immobili con 25 famiglie e 52 persone evacuate che ad oggi sono fuori casa. A Tredozio sono inagibili 110 edifici ed evacuate 165 persone; sono inoltre inagibili il Municipio, le scuole (per 88 bambini), l’ufficio postale, le Chiese, la Casa della cultura, la Torre civica. I proprietari delle abitazioni ‘leggermente lesionate’ hanno potuto usufruire del contributo fino a 30.000 euro per gli interventi di riparazione, mentre per gli immobili totalmente inagibili tutto è fermo al giorno del terremoto. Quindi è necessario il ripristino di un patrimonio immobiliare sito principalmente in borghi e centri storici, che altrimenti saranno destinati all’abbandono, con ineluttabili implicazioni in termini di riduzione della presenza antropica nei territori montani e conseguenti minori livelli di salvaguardia del territorio”.