Sono passati 50 anni da quando nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974 il treno “Italicus” fu oggetto di un attentato, poi rivendicato dal gruppo fascista di Ordine Nero, che provocò 12 morti e 44 feriti. L’esplosione avvenne poco dopo una galleria nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro. Su quel convoglio era in servizio, in qualità di controllore, il giovane forlivese Silver Sirotti, che non fu coinvolto dall’esplosione. Sirotti si prodigò immediatamente, armato di un estintore, per portare aiuto ai passeggeri di una carrozza che era in fiamme perché era quella in cui era stato collocato l’esplosivo.
Ancora prima delle motivazioni della Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria assegnata al nostro concittadino, per capire il valore del suo gesto va ricordata la testimonianza di due agenti di polizia, testimoni oculari di quei drammatici momenti: «Improvvisamente il tunnel da cui doveva sbucare il treno si è illuminato a giorno, la montagna ha tremato, poi è arrivato un boato assordante. Il convoglio, per forza di inerzia, è arrivato fin davanti a noi. Le fiamme erano altissime e abbaglianti. Nella vettura incendiata c’era gente che si muoveva. Vedevamo le loro sagome e le loro espressioni terrorizzate, ma non potevamo fare niente poiché le lamiere esterne erano incandescenti. Dentro doveva già esserci una temperatura da forno crematorio. “Mettetevi in salvo”, abbiamo gridato, senza renderci conto che si trattava di un suggerimento ridicolo data la situazione. Qualcuno si è buttato dal finestrino con gli abiti in fiamme. Sembravano torce. Ritto al centro della vettura un ferroviere, la pelle nera cosparsa di orribili macchie rosse, cercava di spostare qualcosa. Sotto doveva esserci una persona impigliata. “Vieni via da lì”, gli abbiamo gridato, ma proprio in quel momento una vampata lo ha investito facendolo cadere accartocciato al suolo».
Assieme alla strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969, alla strage di piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974 e alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, quello all’Italicus è considerato tra i più gravi attentati che ebbero luogo nel corso degli “anni di piombo”, che ancora non ha trovato giustizia nelle aule giudiziarie.
La città di Forlì ha dedicato a Silver Sirotti una strada all’interno del complesso I Portici e un parco in via Ribolle, nel quartiere Ca’ Ossi. Al centro dell’area verde un piccolo cippo posato a terra, voluto oltre venti anni fa da chi scrive, allora assessore del Comune di Forlì, riporta su una lapide le motivazioni della Medaglia d’Oro al Valor Civile che gli venne conferita nel 1975. Ogni anno, a partire dal 1987, anno in cui proposi al sindaco Giorgio Zanniboni (1935-2011) di prevedere una cerimonia in ricordo di Silver Sirotti, la mattina del 4 agosto, le massime cariche cittadine si recano nel giardino di via Ribolle per commemorare il concittadino che immolò la propria vita per cercare di salvare quella di altri innocenti, vittime della follia del terrorismo di matrice fascista.
Da elogiare lo straordinario impegno che a tutti i livelli stanno profondendo Franco Sirotti, fratello di Silver, altri familiari delle vittime e chi si è salvato dall’attentato al treno “Italicus” per mantenere viva la memoria di quanto successe e le implicazioni politiche che ebbe, nonché per chiedere verità e giustizia.
Gabriele Zelli