«Due anni per una colonscopia. Dal 18 giugno 2024 al 1 giugno 2026. È questa la denuncia di un cittadino che, impegnativa alla mano, ha tentato di prenotare una colonscopia urgente, ripiegando poi su una struttura a pagamento – spiega il consigliere regionale, Massimiliano Pompignoli, facendosi portavoce della rabbia di un forlivese -. Purtroppo non è la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima che ci troviamo di fronte a situazioni come questa, che smentiscono categoricamente le dichiarazioni trionfalistiche dell’assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, sulla riduzione delle liste d’attesa e l’ottimo funzionamento dei Cau. Nonostante lo sforzo encomiabile di medici e operatori sanitari, la condizione di sofferenza della sanità romagnola è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso sindaco di Forlì, con grande senso di responsabilità, ne ha riconosciuto le criticità e i numerosi fronti di “guerra”, mettendo in campo una task force di professionisti e operatori direttamente impegnati sul campo, coordinati dalla grande esperienza e pragmatismo del professore Claudio Vicini».
“Inutile negare, inoltre, che anche l’esperienza dei Cau non stia portando ai risultati sperati dall’ex Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e dall’Assessore Donini. La ragione è molto semplice – continua Pompignoli – la rivoluzione dei Cau presuppone un cambio di paradigma della sanità d’emergenza/urgenza, una nuova capacità del paziente, molto spesso fragile e anziano, di capire che tipo di patologia o trauma lo affligge e, successivamente, di individuare in autonomia il percorso ospedaliero e ambulatoriale più idoneo e tempestivo. In sintesi, si tratta di pretendere da una persona di ottant’anni di farsi un’autodiagnosi e di recarsi al Cau e non più al Pronto Soccorso”.
Dubbi sollevati, peraltro, anche dal candidato presidente della Regione Emilia-Romagna del PD, Michele De Pascale, che sconfessando suo predecessore Bonaccini ha dichiarato come il progetto sui Cau sia da rivedere e correggere. “Le dichiarazioni del candidato De Pascale sono sconcertanti – conclude il consigliere – ci troviamo di fronte a un PD schizofrenico, che mette in discussione le sue stesse riforme. A rimetterci, ancora una volta, sono i nostri cittadini”.