“Il mese di luglio, per i Comuni della riviera, è stato un completo disastro in termini di arrivi e presenze”. Il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli, candidato alle prossime elezioni nelle fila di Fratelli d’Italia, citando i dati pubblicati dal Servizio Statistica della Regione Emilia Romagna, accende i riflettori su “una stagione estiva romagnola da archiviare, drammaticamente sottotono e caratterizzata da un crollo evidente di turisti nazionali e internazionali. Sfido chiunque a dire il contrario. Le cose vanno dette e descritte per quelle che sono; questa è stata un’estate molto fiacca, tutt’altro che rosea anche dal punto di vista della sicurezza. Le spiagge tra settimana erano vuote, gli eventi molto spesso hanno creato più problemi che altro”.
A certificare la contrazione dei flussi turistici nelle località della riviera è proprio la Regione, con la pubblicazione del report sulla domanda negli esercizi ricettivi per destinazione. “Rispetto a luglio 2023 – spiega Pompignoli – gli arrivi in riviera sono crollati complessivamente del -7,5%, con un netto peggioramento per la componente italiana (-9,0%) a fronte di quella straniera (-3,4%). Non decollano nemmeno i pernottamenti di italiani, che a luglio di quest’anno sono diminuiti del -1,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel dettaglio, uno dei Comuni balneari con le prestazioni peggiori della Provincia di Forlì Cesena è stato sicuramente Cesenatico: qui, rispetto a luglio 2023, i turisti italiani sono diminuiti del -13%, quelli esteri del -5%. Sempre a Cesenatico, si è registrata anche una lieve contrazione nei pernottamenti di italiani (-1,0%). Anche a Gatteo la stagione non è cominciata nel migliore dei modi: a luglio gli arrivi hanno fatto registrare complessivamente un -11,5% rispetto al 2023, i pernottamenti esteri sono crollati del -8,3%”.
“Questi sono numeri – conclude Pompignoli – che devono far riflettere e che devono far riflettere soprattutto l’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini. I dati di luglio ci pongono di fronte a una sfida seria e concreta; quella di ripensare a un modello turistico romagnolo che non è più competitivo e che deve necessariamente essere messo al centro di un processo di rinnovamento importante, condiviso con gli addetti ai lavori. Un percorso che la Regione Emilia Romagna avrebbe dovuto intraprendere già da tempo, investendo in risorse, servizi e infrastrutture di qualità, e non solo di quantità. Senza questo necessario cambio di passo, il turismo balneare in Romagna sarà sempre più a rischio”.