Sara Liverani, forlivese di 39 anni conosciuta come “Lady Sara Tattoo”, propone in collaborazione con l’Istituto Oncologico Romagnolo la mostra “Like a Queen”: una personale dei quadri della pittrice, messi in esposizione nell’atrio dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” come iniziativa legata all’Ottobre “Rosa”, il mese in cui si accendono i riflettori sul tumore al seno, patologia di cui la stessa Sara ha scoperto di soffrire a ottobre 2023. I quadri di “Lady Sara Tattoo” resteranno esposti al Padiglione “Morgagni-Pierantoni” sino al 31 ottobre: sotto le didascalie che raccontano le opere ciascuno potrà trovare un QR Code che rimanda alla pagina con maggiori informazioni per l’acquisto delle tele.
L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dalla direzione sanitaria dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni un luogo a cui la stessa artista è profondamente legata, essendo stata operata proprio al reparto di Chirurgia Senologica diretto da Annalisa Curcio ad agosto 2024. Come racconta “Lady Sara”, un aiuto in questo senso è arrivato sicuramente dal trovarsi in un contesto “umanizzato”: la chirurgia senologica è stata recentemente spostata in locali dove sono state apportate migliorie volte a far sentire le persone ricoverate più accolte. Un progetto a cui anche l’Istituto Oncologico Romagnolo ha contribuito, con una donazione di 55.000 euro. Oltre ai pannelli illuminati sui soffitti con la riproduzione del cielo, proposti anche presso la Prevenzione Oncologica dello stesso Ospedale “Morgagni-Pierantoni”, nelle corsie sono state installate alcune tra le opere più iconiche dell’arte moderna: le pazienti ricoverate possono così muoversi tra riproduzioni di Edgar Degas e Gustav Klimt.
«Essere ricoverata in un contesto di questo tipo fa tutta la differenza del mondo – spiega Sara Liverani – permette di non sentirsi rinchiuse e, soprattutto, di sentirsi meno malate, più libere. Recentemente sono andata a trovare un’amica in ospedale, in un reparto diciamo così “normale”: l’atmosfera era più pesante, più triste. Per “umanizzare” gli ospedali, occorre che ci ricordiamo di essere “umani” e di comportarci come tali: con gli altri pazienti, con i medici, con gli operatori. Sicuramente è più facile esserlo, quando sui pannelli del tetto sopra di noi è dipinto un bel cielo azzurro».
Per queste ragioni l’Istituto Oncologico Romagnolo ha trovato in Sara Liverani un interlocutore perfetto per portare avanti il suo nuovo progetto di raccolta fondi che coinvolgerà il territorio di Forlì durante il periodo natalizio. L’organizzazione no-profit sosterrà infatti i nuovi lavori di umanizzazione anche per il reparto di Chirurgia Generale e Terapie Oncologiche Avanzate dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, proprio per offrire anche ai degenti del dipartimento condotto dal professore Giorgio Ercolani la medesima esperienza descritta da “Lady Sara”. A questo scopo l’artista ha messo in vendita tutti i quadri esposti durante il mese d’ottobre nell’atrio del Padiglione Morgagni: il 50% del ricavato sarà utilizzato proprio per questa causa.
«Nel 2012 ho iniziato la mia attività da tatuatrice – racconta l’artista – e pochi mesi dopo ho proposto, insieme a dei colleghi, un open day in cui i contributi del nostro lavoro andavano proprio a sostegno della lotta contro il tumore al seno portata avanti nei laboratori dell’Irst Irccs di Meldola. Da quel momento è diventata una tradizione annuale che ho portato avanti finché non sono diventata anch’io paziente dello stesso Istituto, per colpa della patologia contro cui ho raccolto fondi nei miei eventi di beneficenza».
Le fa eco il direttore generale IOR, Fabrizio Miserocchi: «Lo diciamo da anni: anche la bellezza cura. Per questo, quando vediamo l’impegno di migliorare l’offerta degli ambienti degli ospedali della Romagna, ci siamo sempre sentiti coinvolti: è stato così per la Chirurgia Senologica di Forlì, per la Medicina Nucleare di Cesena, per la Radioterapia di Rimini, e oltre ai lavori in Chirurgia a Forlì sosterremo quelli delle Oncologie di Rimini e Ravenna. Il motivo è semplice: far sentire al meglio le nostre pazienti e i nostri pazienti è un dovere proprio perché lo IOR nasce per questo, ovvero raccogliere risorse da destinare ai servizi, alla ricerca, ai medici, ai centri di cura per il bene del territorio e di chi lo abita. I nostri professionisti trascorrono spesso più tempo in corsia che a casa: ambienti più accoglienti anche per medici ed infermieri si tradurranno in una miglior presa in carico a 360° della persona con problemi di salute».