«Lunedì pomeriggio il Consiglio comunale è tornato a riunirsi per la prima volta dopo l’alluvione dello scorso 18-19 settembre che, seppur meno devastante di quella del 2023, ha comunque interessato diverse zone della città provocando danni e allagamenti. Eppure, se fosse stato per la maggioranza, all’alluvione il Consiglio non avrebbe dedicato neppure un secondo. La seduta si è aperta in maniera ordinaria senza nemmeno la lettura di una mera informativa da parte del sindaco, peraltro nemmeno presente in aula. Nessuna informazione è poi arrivata su come il Comune intenda gestire il processo di ripartenza dopo che ben due esondazioni hanno colpito in 16 mesi i medesimi quartieri, un compito certo gravoso che dovrebbe prevedere un vero ripensamento dell’assetto e della difesa del territorio, azioni straordinarie a sostegno di imprese e famiglie e una profonda revisione dei piani di protezione civile» è l’attacco di Federico Morgagni e Loretta Poggi, consiglieri gruppo Partito Democratico.
«Per l’Amministrazione di Forlì sembra invece non ci sia alcuna emergenza in atto: il giorno prima dell’alluvione del 18 settembre il Consiglio comunale ha bocciato a maggioranza persino l’istituzione di una Commissione di studio sulla ricostruzione, mentre dal primo ottobre non è nemmeno più possibile il ritiro dei fanghi. Chi avesse terminato solo ora la rimozione da interrati, cortili, giardini, dovrà occuparsi di trasportare il fango al centro di stoccaggio di Durazzanino con mezzi propri. Deludenti e poco convincenti sono state anche le risposte alle diverse interrogazioni presentate dal nostro gruppo consiliare, con le quali abbiamo cercato di stimolare l’Amministrazione con alcune proposte per sostenere e velocizzare la ripartenza del nostro territorio. Per quanto è stato possibile capire, infatti, neanche questa volta l’Amministrazione intende mettere in campo un censimento casa per casa dei danni e dei bisogni degli alluvionati, pure realizzato da altri comuni già nel 2023. Si tratta di una scelta incomprensibile visto che il censimento, peraltro espressamente previsto dal Piano di protezione civile del Comune, è l’unico strumento per avere un quadro puntuale della situazione, definire gli interventi prioritari, strutturare in maniera più puntuale l’azione degli uffici, e certamente non può essere surrogato (come sostenuto dalla Giunta) dai dati raccolti tramite le richieste di Cis o Cas o le perizie, vincolati a tempi più lunghi e carenti relativamente a molti dati e informazioni» continuano i Dem.
«Anche la richiesta al Comune di intervenire con un proprio contributo straordinario a fondo perduto per rispondere almeno alle più urgenti e pressanti necessità delle famiglie e imprese due volte alluvionatisi (sul modello di quanto annunciato a Faenza) ha ricevuto una risposta interlocutoria, con la generica promessa di un approfondimento sul numero dei possibili beneficiari. Si tratta comunque di una richiesta che non intendiamo certo lasciar cadere: se la responsabilità di garantire l’arrivo in tempi rapidi di ristori adeguati all’entità dei danni ricade certamente sul governo, crediamo che di fronte ad una situazione così drammatica l’Amministrazione debba pensare anche a interventi straordinari con risorse proprie. Da ultima la questione della rete fognaria la cui struttura, portata e capacità di assorbimento appare senza dubbio inadeguata rispetto all’intensità degli eventi climatici estremi; anche il 18-19 settembre, del resto, numerosi cittadini hanno segnalato che in varie zone della città l’allagamento ha avuto origine dal sistema fognario. L’Amministrazione si è detta intenzionata a realizzare interventi di rafforzamento e potenziamento del sistema fognario, sottolineando però di non aver ancora ricevuto le risorse necessarie dalla struttura commissariale, un riconoscimento, anche da parte del centrodestra, di tutte le criticità e le lentezze provocate dalla scelta politica del governo di accentrare a Roma l’intero processo di ricostruzione» concludono Morgagni e Poggi consiglieri gruppo Partito Democratico.