«Cosa si nasconde veramente dietro il loro “No alle pale eoliche”? Lo hanno chiaramente dimostrato il sindaco Dardi e i suoi otto consiglieri, nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì scorso, col loro voto contrario alla nostra mozione che quindi, è stata respinta. Col loro no, di fatto, hanno pubblicamente dichiarato di non volere osservare il Piano di gestione forestale 2018-2027 che è stato deliberato dall’Unione Comuni, recepito e assunto dal Comune di Modigliana e approvato con validità decennale e quindi fino al 2030 dalla Regione Emilia Romagna. Cioè in soldoni, hanno detto no alla richiesta di adempiere a quanto previsto in precisi atti deliberativi esecutivi. E non solo, hanno anche detto no alla richiesta di istruire la pratica per un possibile riconoscimento all’area Montebello di “Riserva Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco”, così come di recente avvenuto (2017) per la vicina riserva naturale di Sasso Fratino nelle foreste Casentinesi. Perché questo è l’impegno che noi chiedevamo a sindaco e giunta con la nostra mozione» è il commento del consigliere comunale Adriano Cheli di ModiglianAttivazione.
«Invece, con argomentazioni intenzionalmente finalizzate a sviare quello che era l’obiettivo della mozione, hanno fatto passare il messaggio che non esiste solo l’energia eolica come fonte energetica rinnovabile, esiste anche il fotovoltaico fondamentale nel passaggio alla transizione ecologica; e come tale, si può agire in deroga a quanto prescritto nel Piano di Gestione Forestale nel più totale menefreghismo del rispetto di quanto deliberato da atti esecutivi. Ma allora, la tanto decantata politica di promozione e difesa del territorio, del patrimonio ambientale, paesaggistico e delle identità storiche, culturali e sociali dove va a finire? No, assolutamente! Non sbanchiamo un crinale per installare le pale, che sono brutte e pericolose per la salvaguardia della fauna e della salute umana ma lo sbanchiamo per metterci pannelli fotovoltaici e soprattutto ricavarne del cippato? Ma nel Piano di gestione forestale, che pare caduto nel dimenticatoio, è espressamente previsto di prestare molta attenzione alla rinnovazione naturale delle specie autoctone. L’uso della viabilità forestale, e quindi, l’attivazione dei cantieri, deve avvenire in condizioni compatibili e sostenibili, evitando l’utilizzo di macchinari o modalità di intervento che tendano a lacerare o strappare i tessuti legnosi e che, di conseguenza, comportino danni ai tessuti legnosi degli individui (alberi e siepi) che permangono a costituire i soprassuoli vegetati (dunque non per essere trasformati in cippato)» insiste il consigliere di minoranza.
«Questa per noi è una area che deve rientrare fra quelle non idonee per l’installazione degli impianti ad Energia Rinnovabile (FER) seguendo i principi e i criteri indicati nel Titolo II e in particolare all’art. 7 del Decreto Ministeriale 21 giugno 2024 che pone a carico delle Regioni, e quindi anche della regione Emilia-Romagna, non solo l’obbligo di redigere e normare con proprie Leggi Regionali, entro inizio gennaio 2025, la mappatura del proprio territorio, identificando appunto, sia le aree idonee che le aree non idonee ma di ampliare la superficie protetta. Stante la posizione assunta dalla Giunta, temo che anche la seconda mozione relativa proprio a questo decreto, che ho presentato in seduta ma che non mi è stata fatta discutere, al prossimo consiglio seguirà la stessa fine» argomenta ulteriormente il consigliere di ModiglianAttivazione.
«Noi la nostra battaglia l’abbiamo fatta e anche con umiltà, perché a luglio sono stato invitato dalla maggioranza a ritirare la nostra prima mozione lasciando che fossero loro a presentare un proprio ordine del giorno con il medesimo impegno e, in buona fede, e nello spirito di collaborazione costruttiva, ho accettato. Col senno di poi, capisco che a loro interessava solo che non fosse accolta all’unanimità una mozione presentata dalla minoranza e dalla quale sarebbero discesi sia la delibera di giunta che le argomentazioni da inviare al Mase. Del resto la risposta è stata chiara: per loro Montebello non rappresenta un polmone verde unico nel suo genere, da valorizzare anche al fine di incentivare l’eco turismo ma uno strumento per l’approvvigionamento di energie rinnovabili, per raddoppiare l’impianto fotovoltaico di via della Pigna» conclude Cheli.