«La Pianura Padana è una delle aree con l’inquinamento atmosferico più alto d’Europa, e una delle cause principali, spesso sottovalutata nel dibattito pubblico, sono gli allevamenti intensivi. Recenti dati di Arpae stimano che in Emilia-Romagna il 45-50% delle polveri sottili PM2.5 che affliggono la nostra regione siano effetto delle emissioni di ammoniaca, e che addirittura il 97% delle emissioni di ammoniaca in regione vengano dal settore agricolo-zootecnico. Le polveri sottili (PM2.5) incidono pesantemente sulla diffusione di malattie respiratorie, cardiovascolari e neurodegenerative. Secondo l’OMS, l’inquinamento atmosferico provoca da solo più di 4000 morti premature all’anno in Emilia-Romagna. Nell’attuale modello economico, ogni animale che nasce nella filiera alimentare su scala intensiva o estensiva, è considerato fin dalla nascita esclusivamente come un prodotto da mangiare e ogni discorso sul suo effettivo benessere non rientra nelle ottiche produttive perché non efficiente» sono le parole di Marta Garaffoni candidata al consiglio regionale per Alleanza Verdi e Sinistra Forlì-Cesena.
«Uno studio di Animal Charity Evaluators rivela quanti animali mangiamo: almeno 105 animali a testa ogni anno. Di questi, 79 sono pesci selvatici, 14 sono pesci provenienti da allevamenti ittici, 11,5 corrispondono agli avicoli come polli, tacchini, galline, e infine 0,5 mammiferi, inclusi maiali, bovini e ovini. Numeri impressionanti, ma che restano una sottostima. Un consumo del genere non è sostenibile per animali e pianeta, e queste stime devono essere analizzate con l’obiettivo di una consapevole presa di responsabilità politica e sociale: l’individuo occidentale è spinto a consumare in maniera eccessiva proprio da un sistema che ha bisogno di continuare a sopravvivere producendo più del dovuto, indifferente ai danni che causa agli ecosistemi marini e terrestri» precisa l’esponente di AVS.
«Non si può più pensare che questo non ci riguardi solo perché siamo abituati a fare la spesa vedendo il prodotto e non le vite e gli ecosistemi devastati da questo business tutt’altro che sostenibile. L’Emilia-Romagna ha bisogno di ridurre drasticamente il numero di allevamenti intensivi e incentivare modelli agricoli sostenibili. Ridurre il consumo di carne, promuovere diete vegetali e finanziare l’agricoltura biologica sono passi necessari. Educare le future generazioni e sensibilizzare i cittadini sull’impatto della produzione di carne è essenziale per guidare questo cambiamento» conclude Garaffoni.