«Durante l’ultimo Consiglio comunale abbiamo chiesto chiarimenti all’Amministrazione in merito alla decisione di utilizzare un alloggio di edilizia residenziale pubblica sfitto in attesa di manutenzione per un presidio della polizia locale in centro storico. Di fronte alle nostre domande, la Giunta non ha saputo spiegare per quale motivo non si è scelto di impiegare per tale finalità un qualsiasi altro edificio sfitto di proprietà comunale, purché non destinato all’edilizia sociale, o di reperire sul mercato l’immobile adatto, preferendo invece sottrarre dalle disponibilità di Acer, e quindi delle famiglie in graduatoria, anche questo appartamento» è il commento di Federico Morgagni consigliere comunale del Partito Democratico.
«Ed è inutile sostenere, come fatto dall’assessore Bartolini, che la legge regionale impone che l’edificio Erp sottratto all’impiego abitativo venga sostituito da uno equivalente. Come si legge chiaramente nella delibera, tale sostituzione verrà realizzata ‘pescando’ dagli alloggi in dotazione all’Agenzia per l’affitto. Insomma, in un modo o nell’altro, alla città verrà meno un appartamento destinato ad edilizia sociale e agevolata. La decisione del Comune appare grave e del tutto incomprensibile in un momento in cui Forlì vive una crisi abitativa senza precedenti, che ormai coinvolge anche una parte del ceto medio. La Giunta Zattini non solo continua a ignorare le richieste delle opposizioni di predisporre un piano pluriennale per rispondere all’emergenza-casa, a partire da un intervento finanziario che permetta il recupero dell’intero patrimonio Erp sfitto in attesa di manutenzione (pari a circa 170 appartamenti), ma decide addirittura di impiegare parte di questo patrimonio per finalità diverse da quelle abitative. Al danno si aggiunge poi la beffa: la delibera stima il costo dell’adattamento dell’edificio a sede della polizia locale in 30.000 euro, una cifra sufficiente a recuperare 3 o 4 case popolari sfitte e dare risposta ad altrettante famiglie» insiste il consigliere Dem.
«È chiaro che quella attuata dal Comune è una scelta che guarda alla propaganda, senza curarsi minimamente dei problemi reali della città e dell’emergenza sociale da affrontare. A tal proposito viene anche da chiedersi in cosa si sostanzi l’impatto sulla sicurezza del centro storico dell’annunciata apertura del presidio. La Polizia Locale, dopo 5 anni di amministrazione Zattini, rimane quasi 50 unità al di sotto dell’organico che dovrebbe avere per legge e dotata in maniera insufficiente di attrezzature ed equipaggiamenti. Aprire nuove sedi da presidiare senza predisporre al contempo un piano adeguato di potenziamento del Corpo rischia non solo di essere una scelta inattuabile ma perfino di diminuire il già scarso presidio del territorio» conclude Federico Morgagni.