Popolo della Famiglia: “Perché la cultura pare sempre appannaggio della sinistra?”

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Il Popolo della Famiglia Forlì interviene con una nota nel merito della rassegna Meet The Docs presentata dal Comune di Forlì: “Perché la cultura pare sempre appannaggio della sinistra anche quando governa il centrodestra? Ce lo chiediamo dopo la conferenza stampa con la quale è stato presentato in Comune il programma del Meet The Docs, la rassegna sul cinema documentario organizzata negli spazi di Exatr in centro storico. Se la promozione di una kermesse culturale che si svolge in città è più che comprensibile – afferma Carla Lodi, voce coordinatore regionale del Popolo della Famiglia e dirigente comunale del PDF a Forlì – ci sorprende l’ accettazione acritica della sua impostazione chiaramente orientata e permeata di cultura woke”.

«Basta approfondire il contenuto della programmazione di sabato 19 e domenica 20 per rendersene conto: sabato si tratteranno i temi del sex work e dei diritti della comunità LGBTQI+ con la proiezione di un documentario su quattro sex worker transgender nere americane, domenica invece si racconterà un’esperienza femminile di liberi percorsi amorosi da un genere all’altro e si presenterà un libro sui femminismi dal sottotitolo significativo: “Genere, razza, classe, riproduzione: dal marxismo al queer”. Non discutiamo il livello culturale dell’intero festival, ma lo assegniamo alla sua area di riferimento che è incontestabilmente di sinistra. Crediamo che un’amministrazione di colore diverso dal rosso debba sforzarsi di guardare anche dalla propria parte, per lo meno per un’esigenza di riequilibrio. Sui temi del femminile e della sessualità c’è tanto da dire di diverso, e sappiamo che nel nostro territorio ci sono associazioni e agenzie culturali che possono portare uno sguardo differente. Bisogna dare spazio anche a queste realtà, in un contesto simile a quello del Meet The Docs ma alternativo nei contenuti» insiste Lodi.

È tempo di dare voce a chi non si riconosce nel pensiero unico della sinistra – aggiunge Mirko De Carli, consigliere Nazionale del Popolo della Famiglia – e se chi governa non riesce a superare il suo complesso di inferiorità ma rimane in una posizione di subalternità culturale, fallisce“. “La nostra proposta – proseguono nella nota i dirigenti del Popolo della Famiglia – è dunque quella di creare un evento culturale e artistico di alto livello all’interno di un Festival negli stessi spazi Exatr. L’occasione potrebbe essere anche il Festival della Famiglia, una proposta del Popolo della Famiglia condivisa insieme agli altri partiti nel programma di coalizione: l’universo familiare infatti racchiude e comprende tutto, non c’è esperienza di ogni uomo che possa prescindere dalle sue radici. Parlare di famiglia è fare cultura, e questa amministrazione lo sa bene dal momento che ha deciso di concentrarle insieme in un unico assessorato. L’ottica quindi non è quella di limitare la libertà di espressione, ma di completare l’offerta culturale, per dare spazio a tutti e consentire di arricchire la formazione dello spirito critico. Senza dimenticare che le famiglie aspettano ancora di trovare spazi adeguati per incontrarsi e crescere in consapevolezza“.

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