«Nelle vallate, dove avrebbero dovuto rappresentare un punto di svolta nella gestione dei codici bianchi e verdi alleggerendo di conseguenza il carico di lavoro nei Pronto Soccorso dei grandi centri urbani, i CAU non funzionano. Numeri alla mano, le nuove strutture territoriali pensate e volute dall’assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, per dare una risposta concreta ed efficace ai problemi di salute urgenti ma meno gravi della popolazione, si stanno dimostrando un flop. Secondo i dati diffusi dalla Direzione Amministrativa dell’Ausl Romagna – spiega il consigliere regionale e candidato alle prossime elezioni con Fdi, Massimiliano Pompignoli – in sei mesi (da gennaio a giugno 2024) nei CAU di San Piero in Bagno e Santa Sofia si sono registrati, in media, cinque pazienti al giorno, poco più di un utente all’ora».
I CAU di San Piero in Bagno e Santa Sofia, aperti 7 giorni su 7, dalle ore 9,00 alle 16,00, sono collocati in adiacenza ai Punti di Primo di Intervento dell’Angioloni e del Nefetti. “Dal 22 gennaio al 30 giugno, gli accessi al CAU di Santa Sofia sono stati complessivamente 740 mentre a San Piero in Bagno sono stati 960, con un impiego di risorse economiche ed umane tali da non giustificarne l’esistenza. Se a ciò si aggiunge che per far funzionare i CAU si sono tolte risorse e competenze ai Medici di base e alle Guardie Mediche, il fallimento è totale. C’è poi un altro elemento da tenere in considerazione – aggiunge Pompignoli – queste strutture sono state pensate per alleggerire e deviare il traffico delle urgenze a bassa complessità clinica dai grandi centri urbani, come Cesena e Forlì. Ma gli effetti, anche in questa direzione, sono minimi. Da gennaio a giugno 2024, gli accessi al Pronto Soccorso dell’ospedale di Forlì sono stati 25.845, l’8,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (pari a 2068 pazienti), con un lieve calo nel numero dei codici bianchi (si è passati da 4.357 a 3.707) ma un’esplosione dei codici verdi (+19,3%, da 12.202 a 14.563 casi in sei mesi). A Cesena, con il CAU attivo dai primi giorni di maggio, il numero totale di accessi al Pronto Soccorso è passato da 34.411 nel periodo gennaio-giugno 2023 a 36.361 nel 2024, con un incremento di circa il 4% (pari a 1.950 pazienti) dei codici verdi”.
Recentemente, anche la Fimmg, l’unico sindacato dei medici di medicina generale che aveva approvato e sottoscritto la riforma dei CAU, ha preso le distanze e avanzato critiche importanti alla riforma dell’assessore Donini, chiedendo maggiori tutele e garanzie per i professionisti della sanità. Per Pompignoli: “così come sono stati concepiti e impostati dalla Regione, i CAU non funzionano. Non solo perché non hanno realmente alleggerito i Pronto Soccorso, finendo invece per sostituire i medici di medicina generale, ma perché il principio a monte che li guida è assolutamente impraticabile. Il paziente, infatti, dovrebbe essere in grado di farsi un’autodiagnosi e dirigersi da solo al CAU o al Pronto Soccorso. È impossibile – conclude il candidato di Fdi – di fronte all’evidenza dei dati, chiediamo un rapido passo indietro e un’ammissione di colpa da parte del PD”.