Oggi venerdì 15 novembre, l’onorevole Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, è intervenuta in provincia di Forlì-Cesena per discutere di parità di genere e della partecipazione femminile in politica. Con lei, Sara Londrillo, assessora di Bertinoro e candidata capolista per AVS alle regionali, e Diana Scirri, capogruppo di AVS al Consiglio Comunale di Forlì. Luana Zanella ha dichiarato: “I Verdi hanno sempre promosso la parità di genere, sancendo l’obbligo statutario di due portavoce, un uomo e una donna. Alla prossima assemblea nazionale di Chianciano metteremo ancora una volta al centro il protagonismo e la partecipazione delle donne nella vita del Paese”. Ha aggiunto: “Dobbiamo investire in scuola, sanità e servizi, modellandoli sulle necessità femminili. L’autodeterminazione e la libertà del corpo femminile sono garanzie di civiltà. È fondamentale lottare contro ogni discriminazione, specialmente in un’Italia governata da una destra che minaccia i diritti conquistati”.
Sara Londrillo ha sottolineato: “La presenza femminile nelle liste elettorali deve essere valorizzata. Nell’attuale legislatura regionale, solo il 36% dei membri sono donne, poco più di una su tre. Per questo faccio un appello al voto di preferenza per raggiungere un maggiore equilibrio”. Ha evidenziato come il programma di coalizione includa l’impegno a creare un patto di genere per ripensare servizi, opportunità e protezioni a partire dalle donne. “Ad esempio il numero di donne nella sanità pubblica è alto, ma nei ruoli apicali sono solo il 25% nei direttori di struttura semplice e il 19% di struttura complessa. Occorre favorire l’equilibrio tra lavoro e vita familiare e promuovere buone pratiche”.
“Da mamma lavoratrice so bene che maternità e lavoro sono ancora troppo spesso scelte di vita alternative, e le donne per questo motivo finiscono per essere sistematicamente penalizzate: per questo occorre investire nei servizi educativi della prima infanzia – prosegue Londrillo -. Nel programma c’è l’obiettivo di trasformare il sistema educativo 0-6 in un servizio universalistico, al pari della scuola, cioè azzerare liste d’attesa e costi a carico delle famiglie per garantire reali pari opportunità a tutti i bambini e a tutte le bambine fin dalla primissima infanzia”. Concludendo il suo intervento ha sottolineato l’importanza della lotta contro la violenza di genere, per la quale sono utili ma non bastano le campagne di comunicazione. “In regione è attiva una robusta rete di associazionismo e di centri antiviolenza da sostenere, strumenti e servizi di protezione e supporto da far crescere per proteggere le donne, troppo spesso vittime di violenze nelle mura domestiche”.
Diana Scirri ha concluso: “L’Emilia-Romagna non è più una regione per giovani e non è ancora una regione per donne. Le discriminazioni sul lavoro, gli attacchi alle loro aspirazioni e i limiti alle scelte personali restano problematici. Servono stanziamenti stabili per progetti di contrasto alle differenze di genere e per sensibilizzare, anche nelle scuole, su affettività e sessualità, come con il progetto W l’amore. Solo così potremo costruire una società davvero equa. Anche nelle preferenze delle ultime amministrative i candidati di genere maschile hanno avuto in tutale un numero di preferenze più elevato rispetto alle colleghe donne. Secondo me questo è collegato ad una forma di maschilismo inconscio che tutti e tutte noi ci portiamo dentro che ci porta a dare maggior fiducia agli uomini per i ruoli di potere”.
Diana Scirri ha poi anticipato che a livello comunale per cercare di agevolare l’ empowerment femminile stanno pensando ad una proposta da portare in consiglio per dare all’interno degli appalti comunali una premialità alle aziende con certificazione di genere. La certificazione viene data ad aziende che prevedono equità remunerativa tra i generi, l’affidamento di ruoli strategici in egual misura a uomini e donne e congedi parentali che favoriscano l’equilibrio vita-lavoro. “L’Italia occupa Gender Equality Index (indicatore per la certificazione di genere) ancora la ventottesima e ultima posizione in Europa. Il 37,8% delle donne prese in carico dai centri antiviolenza sono state vittime di violenza economica, per cui dare la possibilità alle donne di portare avanti la loro carriera, accedere a ruoli di rilievo nelle loro aziende è un modo per contrastare anche la violenza di genere. Per questo AVS vuole impegnarsi per favorire l’equità sul lavoro a tutti i livelli”.