Martedì 26 novembre alle ore 20,30 al Teatro Testori di Forlì prende avvio la stagione di prosa con una nuova produzione, fresca di debutto a Milano, firmata dal giovane regista Giovanni Ortoleva: “La signora delle camelie“, dall’opera di Alexandre Dumas figlio.
Elsinor presenta con Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse, Teatro Piemonte Europa e Arca Azzurra uno spettacolo come “La signora delle camelie” fedele al classico della letteratura per trama e ambientazione, ma rileggendo il significato dell’opera, strumento di analisi della società patriarcale, voyeuristica e violenta di ieri e di oggi.
Tutti ricordano La Traviata di Giuseppe Verdi: la più famosa cortigiana parigina per amore di un ragazzo di buona famiglia decide di cambiare vita e abbandonare lusso e trasgressioni. Ma la società, che mal vede l’integrazione di una prostituta, rende questo amore uno strazio, fino alla morte di lei. L’opera di Dumas, che ha creato uno dei topos femminili più intensi dell’800, riprodotto in balletti, spettacoli e film, è un romanzo di straordinaria brutalità sociale.
La cronaca impietosa di un omicidio sociale, in cui la violenza classista e moralista, immersa in condimenti stucchevoli e sentimentali, è travestita da romanticismo. Una storia che racconta una collettività disgustosa, che sfoga ispirata ad un caso di cronaca dell’epoca, e che continua a toccarci ancora oggi più di quanto vorremmo.
Giovanni Ortoleva chiude così una trilogia sui miti dell’amore romantico, passata per il romanzo di “Lancillotto” e “La Dodicesima notte” di Shakespeare.
Il giovane regista fiorentino afferma di lavorare sui miti “per verificare che cosa rimane nel mondo di oggi di un patrimonio artistico, un’eredità che si mette in diretto contatto con il futuro, per traslocare il passato nel presente e capire, con uno scossone, chi siamo in un momento di confusione identitaria totale”.
Nello specifico questo classico ci racconta una società che sfoga le sue tensioni sul corpo della donna e che vive nell’ossessione del possesso attraverso il solo atto del guardare. “Signora delle Camelie è un testo sulla visione” – ci racconta Ortoleva – “sul bisogno di vedere tutto, sempre di più. Vedere e avere, scopare con gli occhi, possedere. Anche la morte di Margherita è una merce da consumare”.
L’omicidio sociale a cui assistiamo in scena ci parla ancora oggi: la ‘signora delle camelie’ continua a morire sotto gli occhi di tutti noi, giorno dopo giorno.
Info e prenotazioni 0543722456, canale WhatsApp 375 8349548.