Associazione Idee in Corso: “Perchè non siamo stati invitati al tavolo sul decoro urbano?”

Alea Ambiente

«Apprendiamo con un certo stupore da articoli apparsi sui giornali locali che lunedì scorso si è tenuto un incontro di “tre ore” con Alea, l’assessore al centro storico, il comitato “orgogliosi forlivesi”, alcuni rappresentanti del quartiere ed altri abitanti del Centro. Da anni operiamo, in accordo con Regnoli 41, come associazioni che si occupano di azioni di rigenerazione urbana e antidegrado progettando attività di cui il Comune è ben consapevole in quanto alcune sono state co-finanziate con i fondi dei progetti speciali o dei progetti dei quartieri» si legge in una nota dell’Associazione Idee in Corso.

«Recentemente abbiamo ricevuto nelle nostre sedi la visita dell’assessore Bongiorno che ci ha chiesto di conoscere le nostre attività e le difficoltà rilevate esprimendo ammirazione per quanto fin qui realizzato e attenzione per le nostre segnalazioni e suggerimenti. Ci sembra quindi strano che a nessuno sia venuto in mente di convocare anche noi. Vorremmo arricchire il ragionamento sul decoro urbano arrivando a parlare di “cura” dei beni comuni. È solo nel concetto di cura che si può pensare ad una vera cittadinanza attiva, consapevole dei beni e della bellezza della città» continua la nota.

«Per questo servono percorsi di inclusione e di sostegno oltre a spazi di bellezza vivibili. Vanno quindi pensate azioni di rete in cui Alea, l’Amministrazione comunale, i quartieri, tutte le associazioni che operano in centro storico e le realtà economiche si siedano ad un tavolo per progettare la Forlì del futuro, resiliente, inclusiva e viva in un percorso di crescita che non è realizzabile se non insieme. Consapevoli di questo abbiamo sempre chiesto un coinvolgimento collettivo delle diverse realtà e non solo di chi si attiva al momento e su un unico problema o bussa alla porta con più forza o con più grazia. Ci auguriamo che questa sia una partenza, anche se col piede sbagliato, e rimaniamo in attesa che le lettere, che abbiamo scritto per anni, generino frutti migliori che il solo ascolto» concludono.

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