«Romagna Acque prima di affidarsi alla penna di Marco Di Maio per divulgare i propri propositi sarebbe meglio che cercasse confronti nel merito, evitando di riproporre progetti già bocciati per la loro insostenibilità ecologica ed economica trenta anni fa. Gli elenchi sterminati di opere possono far gola ai fan degli appalti ma la loro esigenza non può che dipendere dalle reali valutazioni delle esigenze e da politiche anche innovative per farvi fronte. Nel dossier pubblicato non abbiamo letto nemmeno una volta le parole “risparmio idrico”, al recupero dei reflui sono destinati pochi accenni, a sistemi di accumulo e diversificazione delle reti domestiche niente di niente. Confondere poi i lettori dicendo che una seconda diga sarebbe la soluzione contro le alluvioni è certamente pretestuoso, come è dimostrato dall’apporto praticamente irrilevante della prima nell’alluvione di maggio ’23. Così come lo è mescolare le esigenze domestiche e industriali a quelle agricole, che possono essere servite da alternative meno impattanti economicamente e a livello ambientale» è il commento di Alessandro Ronchi e Cristina Mengozzi di Europa Verde.
«Non dimentichiamoci che occorre dare la priorità alla messa in sicurezza da frane e alluvioni mettendo risorse per le opere che servono, piuttosto che dirottarle dove sono meno prioritarie. Ciò che leggiamo ci fa temere che alla base di tanta progettualità ci sia esclusivamente l’interesse a vendere più acqua e a gestire nuovi appalti, con il sostegno di sindaci che traggono indennizzi per le opere di presa nei territori dei loro Comuni. Da anni indichiamo nuove strade per il soddisfacimento delle esigenze idropotabili del nostro territorio ma vediamo che Romagna acque rifugge da qualsiasi confronto con chi porta nuove idee, soprattutto legate alla situazione determinata dalla crisi climatica, per collocarsi nella confort zone dei vecchi metodi e soluzioni. Inoltre preoccupa leggere del coinvolgimento di Hera nella pianificazione degli interventi, cioè di una società per azioni che come tale ha come finalità i dividendi degli azionisti e non l’interesse pubblico» insistono.
«Ricordiamo che il servizio di depurazione dovrebbe essere affidato mediante gara senza determinare a priori situazioni di monopolio di fatto, che costerebbero di più ai cittadini ovviamente invece di farli risparmiare. Poiché siamo e saremo coinvolti nel governo di questa Regione e riteniamo importanti il nostro ruolo e il contributo politico, tecnico e culturale che dobbiamo dare, intendiamo proporre a Romagna Acque un confronto sui temi in questione al fine di consentire a tutti una migliore conoscenza evitando ogni propaganda» concludono Ronchi e Mengozzi.