Apre i battenti sabato 21 dicembre, al Museo Archeologico di Forlimpopoli, la mostra “L’estinzione dei giganti”, dedicata alle opere di Alessandro Turoni. Il taglio del nastro è previsto alle ore 11,00: interverranno i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, l’artista Alessandro Turoni e il curatore della mostra Giovanni Gardini.
In questa mostra a Forlimpopoli Alessandro Turoni porta in scena un immaginario sconcertante e originalissimo, a tratti post apocalittico, che vede i giganti – nei quali è simboleggiata quell’umanità arrogante e prevaricatrice – ormai estinti. Turoni non è nuovo a queste narrazioni che, attraverso visioni solo apparentemente giocose e ingenue, toccano temi importanti come il destino dell’uomo, il suo rapporto con l’ambiente, la possibilità di una convivenza pacifica. All’interno del Museo Archeologico sono messi in scena diversi racconti, tanti quante sono le opere, nei quali emerge con forza, tra i vari temi, anche quello del fallimento dell’umanità.
Secondo la visione dell’artista, i giganti, ovvero gli uomini e le donne della nostra epoca, si sono estinti da tempo e di loro restano esclusivamente delle tracce, siano esse dei frammenti di scheletro o residui di un mondo violento e consumistico dominato dalla plastica. In questo mondo del futuro, che si potrebbe lecitamente immaginare ormai disabitato, emergono alcune minuscole figure, perlopiù solitarie. A loro pare sia lasciato il compito, quasi fossero degli archeologi, di scoprire la presenza dei giganti interrogandosi sulla loro vicenda e sul perché della loro estinzione. La presenza di queste piccole figure, uomini e donne spesso isolati e solitari, va letta in netta contrapposizione con la protervia dei giganti e, al tempo stesso, costituisce il segno di un mondo che si spera migliore.
Alessandro Turoni è un artista forlivese classe 1986. Studia scenografia a Bologna, materia che lo introduce ad una metodologia progettuale nell’approccio al lavoro e ad una visione allestitiva di impatto. È da sempre affascinato dalla materia e dal lavoro manuale, che lo portano alla creazione di sculture zoomorfe sperimentando tantissimi materiali. La natura è dunque in primo piano nella sua ricerca artistica, in tutti i suoi aspetti legati alla metamorfosi, all’evoluzione, allo scontro e al mistero che ci attende oltre la vita. La flora e la fauna vengono modificate, persino stravolte, sul filo di suggestioni fantastiche, surreali, ma anche custodite e conservate in modo da rimanere cristallizzate nel tempo.
La mostra, che rimarrà allestita fino al 19 gennaio, potrà essere visitata il martedì dalle ore 15,30 alle 18,30, il giovedì dalle ore 9,30 alle 12,30, il sabato e la domenica dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle ore 15,30 alle 18,30. Biglietti: intero € 4, ridotto € 2.