Ronchi: «Premio art bonus, una miserevole fiera delle vanità»

Alessandro Ronchi Europa Verde

«Il neoassessore alla cultura, nel suo desiderio di apparire all’altezza del compito e di essere migliore del suo disastroso predecessore si è affrettato a delineare i propri propositi non accorgendosi di ripeterne esattamente le stesse proposte, motivazioni e addirittura gli stessi toni autocelebrativi. La continuità si percepisce anche dalla composizione della commissione esaminatrice per il concorso indetto per il dirigente per il Servizio Cultura, che risulta priva di molte competenze fondamentali. Ma il podio delle “patacate”, come diciamo bonariamente in Romagna, spetta all’esaltazione dei risultati ottenuti con l’art bonus, che l’assessore definisce “di grande soddisfazione e orgoglio per l’amministrazione comunale, che gratifica i mecenati della Cultura forlivese e il lavoro dei beneficiari ma, soprattutto, l’intera comunità”. Frasi giustificate, nei comunicati stampa, per essersi classificati terzi su scala nazionale, “sbaragliando la concorrenza di altri grandi centri culturali e capoluoghi di regione”.
Un risultato incredibile, ovviamente, e infatti basta vedere cosa si tratta per capire che non ci si deve credere» è l’attacco di Alessandro Ronchi di Europa Verde.

«Partiamo da chi assegna il premio: si tratta di Ales – Arte Lavoro e Servizi, cioè quella società in house del Ministero della Cultura a capo della quale è stato nominato dall’ex ministro Sangiuliano l’ex vicesindaco di Frosinone, uomo privo di curriculum e fondatore di due società di noleggio di automobili, giusto per spiegare l’autorevolezza culturale del soggetto che premia. Per partecipare al premio bastano due requisiti: aver raccolto da mecenati ben 1000 euro e un po’ di “mi piace” sul sito di Ales. Dopo questa “difficile” selezione si è immediatamente ammessi alla fase 2, quella che consente la formazione della graduatoria finale, che viene redatta esclusivamente in base ai like che tramite i social vengono messi sotto al progetto partecipante. Quindi la classifica non si basa sul risultato reale, cioè i soldi raccolti da parte dei mecenati che sono del tutto irrisori e deludenti, ma piuttosto sull’impegno o sull’eventuale investimento pubblicitario sui social per far ottenere like. Guardiamo allora la graduatoria che contiene la così esaltante terza posizione di Forlì: il progetto del Comune riguarda la stagione teatrale 2022-2023 di Accademia Perduta/Romagna Teatri, che ha ottenuto 1 mecenate (Assicoop Romagna Futura) per 5000 euro di erogazioni totali, e 7932 like. Senza nulla togliere al progetto, è una evidentissima forzatura» insiste Ronchi.

«Giusto per fare un raffronto il secondo classificato, il Teatro Regio di Parma, ha ricevuto 2.343.300 euro, il quarto (festival delle Donne di Catanzaro) 26.830 euro mentre il quinto (Bassano) con la mostra “Io Canova, genio Europeo” ha ottenuto ben 365.000 euro. Dunque secondo questa vera e propria buffonata i 7932 like ottenuti da Forlì sarebbero più importanti e darebbero maggior prestigio dei 365.000 euro ricevuti da Bassano per Canova e di poco inferiori ai 2.343.300 del Teatro Regio di Parma. Se Forlì avesse avuto 6000 like sarebbe riuscita a battere anche Parma e saremmo stati i primi in Emilia Romagna. Dopo questo tentativo maldestro di autoincensarsi Assessore e Sindaco dovrebbero chiedere scusa ai cittadini per aver minato la credibilità delle loro Istituzioni, e piuttosto potrebbero dedicare più energie a promuovere davvero il mecenatismo e le donazioni ai progetti culturali della città» conclude Alessandro Ronchi dei Verdi Forlì.

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